1 vittoria nelle ultime 11 gare. Spogliatoio spaccato e diviso in più fazioni da oltre un anno e mezzo. Tecnico ormai palesemente non più seguito dai calciatori. Hulk e Witsel mai integrati. Cacciati Denisov e Shirokov per screzi personali. Gioco inesistente, da settembre 2012 l'unico schema era: "passiamola a Hulk che magari si inventa qualcosa". Zero idee, zero grinta, zero carattere, zero temperamento, zero passione. In compenso sfiducia e rassegnazione regnavano sovrane. Il piattume più totale, insomma. In Europa accumulo esagerato di figure barbine, quasi tutte contro squadre inferiori, alcune delle quali avvenute in modalità francamente tragicomiche. Soldi spesi a palate (e spesso buttati) per giocatori prevalentemente richiesti da lui. E dulcis in fundo: quattro anni in Russia e praticamente nessun vocabolo imparato.
Per tutti questi motivi il tardivo esonero di Luciano Spalletti è stato sacrosanto. Ineccepibile. Oserei dire necessario. Aveva perso da tempo il controllo della situazione, non solo per colpa sua (anzi, all'inizio era una vittima). Non è l'unico responsabile della situazione che si è venuta a creare, intendiamoci, ma una scossa andava data. NON SI POTEVA CONTINUARE COSI'. E lui di fatto è stato l'ultimo a pagare (perché, pur di confermargli la fiducia, sono partiti altri giocatori con cui ormai il rapporto si era incrinato). Non si può dire che la dirigenza non abbia creduto in lui. Con il senno di poi sarebbe stato meglio salutarsi al termine della scorsa stagione. Oppure dopo l'infausta nottata di Vienna. Ma siccome non si può tornare indietro... Pazienza, così doveva andare e così è andata.
Ringrazio il Mister per i trofei vinti nei primi due anni, che nel complesso promuovo senz'altro. E' vero, anche all'epoca faticavamo in Europa, ma perlomeno in patria mostravamo un gioco gradevole, spesso spettacolare. E vincente. Sotto la sua guida si è visto il miglior Shirokov di sempre, Danny e Kerzhakov sono tornati ad esprimersi ai loro migliori livelli, Denisov è cresciuto ulteriormente, e così via. Di cose buone Spalletti a San Pietroburgo ne ha fatte diverse, a prescindere dai risultati. Poi però qualcosa si è rotto irrimediabilmente. Per sempre. Ed è stato un bene per tutti separarsi.
GRAZIE LUCIANO E BUONA FORTUNA!
Carrellata fotografica: