Cita:
L'Abruzzo in effetti è sempre stata tendente al centro ma con una decisa tendenza al opportunismo e clientelismo (penso al famoso "partito dell'acqua").
Comunque tutti i candidati di centro-sinistra che hanno vinto erano espressione della vecchia DC o comunque del centro più centro che si può (tranne Del Turco).
D'Alfonso lo consideri di centro-sinistra? Solo sulla carta. Ma forse nemmeno quello. E' un democristiano 2.0 direi.
Del Turco era un socialista a guida di una accozzaglia di coalizione che comprendeva un pò di tutto.
Esatto, ma si può fare lo stesso discorso anche dall'altra parte, Pace e Chiodi sono o erano due moderati tendenti molto più al centro che alla destra.
Questo nuovo non lo conosco, anche perché è un paracadutato da Roma e con la regione ha poco a che fare (salvo che per le origini dei genitori).
Cita:
Salvini per la campagna elettorale in Abruzzo neanche si è dovuto spendere più di tanto. Gli è bastata la presenza e parlare di temi nazionali (di temi prettamente regionali ne ha parlato poco, da quel che ho letto e sentito). In questo momento prenderebbe voti anche facendo comizi a suon di pernacchie. Diciamo che ha raccolto i frutti del grande lavoro capillare fatto sul territorio negli anni passati. Ha seminato bene e ora giustamente raccoglie. Poi vediamo come se la caveranno amministrativamente, anche perché pur essendo il candidato espressione di FDI la Lega avrà molto peso in giunta. Ma la classe dirigente della Lega Abruzzo è ancora abbastanza inesperta (anche se oltre alla base storica inizieranno ad arrivare, come già accaduto nei mesi scorsi, transfughi di Forza Italia).
Guarda che già in questa tornata ci sono stati molti transfughi da Forza Italia verso la Lega, nel più classico degli opportunismi
Di fatto, Forza Italia è stata assorbita in gran parte dalla Lega, come peraltro sta cominciando ad avvenire anche in ambito nazionale.
Cita:
Il centro-sinistra non ha neanche fatto malaccio eh, più che altro per meriti di Legnini (che è un candidato serio, benché stagionato). Il PD come lista invece non è andata affatto bene, ma si sapeva.
La vera delusione sono stati i 5 stelle, anche se la Marcozzi ben se ne guarda dal prendersi le sue responsabilità.
Il centrosinistra si è salvato in corner grazie all'autorevolezza del candidato presidente, che furbo com'è si è ben guardato dall'associarsi ad un partito in caduta libera (Pd), ma ha favorito la nascita di una lista personale, di liste "civetta" e di un allargamento a sinistra.
Rimane il problema di fondo, il centrosinistra si regge sul Partito Democratico che è in grossa crisi d'identità, senza una sua ripresa o la nascita di un nuovo soggetto politico che di fatto lo sostituisca, non sarà competitivo per parecchio tempo.
Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, è vero che per esso non si possono paragonare le elezioni politiche con le regionali, dove la componente della conoscenza dei candidati e della politica "locale" è molto forte, rispetto ai temi nazionali e che le coalizioni hanno sempre un vantaggio, ma è anche giusto dire che non è progredito affatto in cinque anni rimanendo ancorato al 20% e che anche a livello nazionale la spinta propulsiva si è arrestata.