Bè i no vax non sono cosi numerosi come si crede... Comunque qua spiega meglio, e secondo me han ragione
di MoVimento 5 Stelle
Il MoVimento 5 Stelle è a favore delle vaccinazioni e vuole che nel Paese ci sia la massima copertura vaccinale possibile. Noi siamo favorevoli all’obbligatorietà dei quattro vaccini che oggi, per legge, sono gia’ obbligatori, e siamo anche favorevoli all’introduzione di misure di obbligatorieta’ per vaccini che proteggono da malattie per le quali esiste una reale emergenza epidemica (come esiste al momento per il morbillo). Sullo specifico delle misure di obbligatorieta’ come introdotte nel Decreto Lorenzin ci riserviamo di giudicare dopo aver letto il decreto nella sua interezza (e nella sua versione definitiva), e dopo esserci consultati con i nostri esperti nazionali ed internazionali di riferimento. La nostra speranza e’ che su questo tema si possa avere una seria discussione tra tutte le forze politiche, possibilmente senza strumentalizzazioni di alcun genere, vista l’importanza del tema in termini di diritto alla salute individuale e pubblica.
Fatta questa doverosa premessa, il MoVimento 5 Stelle rimane favorevole – in linea generale ma con le dovute specificazioni la cui complessita’ non puo’ essere discussa o riassunta in un comunicato stampa– allo sviluppo di una politica di raccomandazione dei vaccini capillare nel territorio, sostenuta dalle necessarie risorse finanziarie ed infrastrutturali, affinchè le famiglie siano accompagnate dai propri pediatri e dai propri medici verso la vaccinazione, e affinche’ venga rimosso ogni ostacolo pratico alla vaccinazione stesso (in altre parole, un adeguato potenziamento dei servizi a tutti i livelli).
L'approccio che noi proponiamo include anche lo stanziamento di risorse per la creazione di (i) un anagrafe vaccinale nazionale, (ii) efficaci meccanismi di monitoraggio della copertura a livello nazionale e regionale, (iii) la formazione di un comitato indipendente di consulenza composto da esperti del settore (i.e., sul modello americano dell' ACIP, Advisory Committee on Immunization Policies) con almeno il 50% di rappresentanti internazionali.
Questo approccio, che e' modellato sulle "immunization policies" dei paesi Scandinavi (e di 47 stati USA su 50), si basa sul coinvolgimento attivo e responsabile della popolazione ed ha anche il notevole vantaggio di creare un patrimonio di fiducia reciproca tra cittadini ed istituzioni che potra’ essere usato per implementare ogni altra politica di prevenzione sanitaria (alimentazione, allattamento, attivita’ fisica, etc). Come spiegato precedentemente, questa posizione di fondo in favore di un approccio "persuasivo" alla vaccinazione include clausole di salvaguardia che introducono misure coercitive (i.e., "obbligo") in caso di emergenze epidemiche oppure di cadute della copertura vaccinale sotto le soglie che garantiscono l'immunità di gregge.
Va da se' che questo tipo di approccio non può essere considerato ne’ interpretato in alcun modo come una posizione più morbida nei confronti dell'anti-vaccinismo, che e’ un fenomeno senza alcuna base scientifica che noi rigettiamo completamente. Al contrario, noi crediamo che il tipo di persuasione attiva e capillare cosi' delineato rappresenti il modo migliore per sconfiggere ogni forma di "vaccine hesitancy" e "vaccine resistance" in modo completo e duraturo. In questo senso noi respingiamo fortemente qualsiasi insinuazione su una presunta equazione “obbligo contro non-obbligo = pro-vaccini contro anti-vaccini”, che e' del tutto insensata dal punto di vista scientifico.
Come detto all'inizio del comunicato, noi confidiamo sul fatto che su questo tema cosi' importante si possa avere una discussione seria ed informata tra tutte le forze politiche italiane. Sarebbe la soluzione giusta per tutti, ed il modo migliore per sviluppare insieme la miglior "immunization policy" per il nostro Paese.
di Piernicola Pedicini, Efdd - Movimento 5 Stelle Europa.
"Il nuovo programma nazionale italiano estende l'offerta vaccinale fino a 13 vaccini (di cui 4 obbligatori), in totale controtendenza rispetto alla scelta dei principali Paesi europei. Eppure, l'Italia non sta affrontando una fase di emergenza epidemica. Il concetto di "obbligatorietà" si contrappone al concetto di "promozione" della salute che è alla base di qualsiasi efficace azione preventiva: la promozione coniuga la responsabilità dell'individuo con quella della comunità che, con le sue istituzioni, garantisce il rispetto del diritto universale alla salute. Bisogna sostenere politiche di prevenzione tramite una corretta e completa informazione delle famiglie.
In questo ambito assume una importanza fondamentale il ruolo del medico/pediatra come intermediario tra le istituzioni e le famiglie, per una scelta consapevole e informata. La sottrazione di questa responsabilità alla categoria dei medici lascia le famiglie sempre di più nella condizione di ricercare e maturare convinzioni "fai da te" che non consentono una scelta consapevole e propriamente informata; per di più l'approccio basato sulla raccomandazione è sostenuto anche dall'Agenzia Europea di Controllo delle Malattie Infettive".
di Vega Colonnese, M5S Camera.
"Restiamo francamente attoniti e sconfortati di fronte al contenuto dell'articolo pubblicato sul The Guardian, costruito a tavolino senza alcun confronto con i diretti interessati né analizzando il lavoro svolto in questi anni nelle istituzioni dal Movimento 5 Stelle. Articolo viziato già dalla frase iniziale, nella quale il M5S viene definito "anti-vaccinista". Da tempo, anche a mezzo stampa, abbiamo affermato e ribadito di non essere contro i vaccini e che la vaccinazione è importante. Abbiamo però posto dei punti fermi che riteniamo di buonsenso: in primis la nostra contrarietà all'obbligo-coercizione, che va contro l'articolo 32 della Costituzione italiana. In secondo luogo, contestiamo l'approccio: alla logica coercitiva contrapponiamo il principio di informazione, di maggiore coinvolgimento dei genitori per un accesso più consapevole ai vaccini, anche attraverso percorsi personalizzati per ciascun soggetto e una farmacovigilanza attiva. Ci sembra francamente un approccio serio verso un tema delicato che non può essere affrontato con superficialità".
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