redguerrier ha scritto:
Sandro ha scritto:
redguerrier ha scritto:
Sandro ha scritto:
redguerrier ha scritto:
Si proprio la stessa cosa.
C'è solo una piccola trascurabile differenza, che il primo è un essere umano a tutti gli effetti da anni, l'altro un gruppo di cellule in via di creazione. I 3 mesi in cui è possibile abortire mica li hanno scelti a caso tirando un dado a 9 facce.
A parte che l'aborto in Italia è consentito anche fino al sesto mese (per rischi alla salute psichica della madre, il che vuol dire tutto e niente), è ovvio che quello dei tre mesi è un termine convenzionale: ma pensa, fino all'89esimo giorno c'e un grumo di cellule e poi...ta-dan! Ecco un essere umano! Ma per favore...
Cita:
Non è che se mi faccio una sega compio un genocidio.
E chi lo sa, magari una mattina potresti ritrovarti il pupo tra le lenzuola...
Il concetto di essere umano è molto relativo.
Un essere umano è dotato di razionalità, un feto no,
L'assenza di razionalità non mi sembra un discrimine valido. Perché se sono esseri umani solo quelli dotati di razionalità, allora neanche un malato di mente si può considerare un essere umano.
Idem per le persone che vivono in stato vegetativo...
Il malato di mente ha una sua razionalità, chi più di chi meno.
Il malato che vive in stato vegetativo ci è arrivato a seguito di un incidente, non è che è stato sempre in quello stato (e anche qui entreremmo nel campo dell'eutanasia, che suppongo tu ritenga altrettanto delittuosa e paragonabile ad un omicidio).
Riguardo al malato di mente, non è del tutto vero quello che dici: ad esempio il morbo di alzheimer, nella sua fase più avanzata, può ridurre il soggetto alla più completa incapacità di badare a sé stesso e a relazionarsi con il mondo che lo circonda.
Quanto alla persona in stato vegetativo, mi sembra strano che ad essa non applichi il criterio dell'attualità, come fai invece con il feto: cioè, tu dici che essa, pur essendo allo stato attuale priva di razionalità, è da considerarsi comunque un essere umano, perché non è sempre stata in quello stato. Giusto, siamo d'accordo.
Però il fatto è che neppure l'embrione/feto rimarrà sempre nel suo stato di assenza di razionalità, poiché acquisirà questa caratteristica nel corso del suo processo evolutivo.
L'assurdità è che, in tal modo, tu attribuisci dignità umana ad un soggetto che ha perduto la propria razionalità irrimediabilmente, e non ad un soggetto che è in procinto di acquisirla.
Sull'eutanasia la mia posizione è questa: anche se non ne ho fortunatamente mai fatto esperienza, mi rendo perfettamente conto che in determinate situazioni di gravissima menomazione, l'unico desiderio della persona sia quello che le sue sofferenze abbiano fine. Per cui ho massimo rispetto e comprensione per chi si trova in tale tristissima condizione.
Però dentro di me già so che non avrei il coraggio né di ucciderla, nè di accompagnarla alle cliniche della morte svizzere. Uccidere una persona è sempre un atto abominevole, anche se è il destinatario stesso a chiedertelo.
Il resto lo ha già detto Basilio, con cui mi trovo del tutto d'accordo.