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 Oggetto del messaggio: Protagonista a ogni costo
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Reg. il: ven 22 mag 2015
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Una delle più evidenti distorsioni del nostro tempo è la mania di protagonismo.
Ci contagia tutti, dal primo all'ultimo. Nella vita reale rende l'aria irrespirabile.

I social network in tal senso hanno provocato più danni della grandine: non si contano coloro che postano immagini della prima colazione, o che reputano di grande interesse ricordarci a che ora si presentano in ufficio o in che giorno il nipote è stato battezzato.

Ma la mania emerge prepotente anche in ambiti "culturali". Io frequento l'ambiente degli scrittori amatoriali e anche professionali (non io), e sono circondato da egotici che non tollerano la minima critica, anche se rispettosa, circostanziata, morbida.

C'è una tendenza a screditare gli altri, i "rivali", veramente impressionante: nel piccolo centro culturale che frequento si borbotta sempre alle spalle dell'altro autore, per evidenziarne carenze, limiti, pecche. Per ricordare a tutti che il più "bravo" sei tu, non lui; per ridurre tutto a una competizione stile Amici, Zio Canto e The Voice.

La visibilità dipende quasi solo dalla rete di conoscenze e da quanto uno si impone con una certa sicumera e arroganza: sono bravo, sono uno scrittore, presentatemi. Ci sono le dovute eccezioni ma credo solo in contesti molto alti e per autori che veramente spiccano per mille ragioni, e con tutti i distinguo del caso anche lì. Siamo tutti (me compreso, sono colpevole come altri temo) impegnati in questa opera di autocelebrazione.

A mio favore posso solo spezzare qualche lancia: da sempre apprezzo un approccio umile e sincero, cioè da "propongo la mia opera e accetto il parere altrui, scrivo perché amo farlo e non perché voglio una corona."
Quando ho presentato il libro non sono riuscito a dormire per l'ansia e sono stato per un'ora abbondante in imbarazzo. Leggevano testi in pubblico, magari roba scritta quando avevo 19 anni per una tipa che non me la dava e per l'altra che mi aveva lasciato (in altri termini, roba che doveva restare chiusa in camera forse), e io mi coprivo il volto con i fogli, pregando che finisse subito. Ancora oggi rileggere quelle cose mi dà i brividi e mi crea un profondo senso di disagio.

Ecco, non sono nessuno ma almeno provo a presentarmi come un signor nessuno: se piaccio bene, diversamente continuerò a fare ciò che amo senza troppi problemi.

Noto intorno a me invece una mancanza di umiltà spaventosa. Sembra un luogo comune ma i più interessanti in cui mi sono imbattuto erano quasi sempre i più umili e meno pretenziosi. Gli altri, l'orda di egotici convinta che il mondo debba inchinarsi alle sue creazioni dozzinali, sono in netta maggioranza e a mio modo di vedere sono schiavi di questa mania di protagonismo che ci perseguita.

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I social network hanno dato la possibilità di democratizzazione della popolarità: nel senso che ogni individuo, povero o ricco, può ambire ad avere "successo", che può talvolta, andare oltre la semplice fama ma essere una questione remunerativa.

Per quanto concerne la 2° parte, potrei dirti che c'entra poco con la prima, ma avere un atteggiamento di quel tipo può essere un vantaggio, perché essere sicuri di se trasmette carisma e sicurezza.

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 Oggetto del messaggio: Protagonista a ogni costo
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Reg. il: ven 22 mag 2015
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Non c'entra tantissimo ma un pochino sì, secondo me :)

Perché dimostra come l'obiettivo sia essere in prima pagina, essere lodati, ottenere un riconoscimento formale. Non scrivere o fare la cosa che piace.
Si ottiene i risultati migliori semplicemente perché ci si pone come scopo essere in prima pagina. Senza avere nulla da dire, da comunicare o da sfogare: l'unico obiettivo in quegli ambiti è salire sul palco, guadagnarsi l'attenzione.

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 Oggetto del messaggio: Re: Protagonista a ogni costo
MessaggioInviato: gio 27 apr 2017, 20:02 
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Reg. il: sab 21 gen 2017
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Francesco82 ha scritto:
Non c'entra tantissimo ma un pochino sì, secondo me :)

Perché dimostra come l'obiettivo sia essere in prima pagina, essere lodati, ottenere un riconoscimento formale. Non scrivere o fare la cosa che piace.
Si ottiene i risultati migliori semplicemente perché ci si pone come scopo essere in prima pagina. Senza avere nulla da dire, da comunicare o da sfogare: l'unico obiettivo in quegli ambiti è salire sul palco, guadagnarsi l'attenzione.



Se si ottiene successo si ottiene il pensiero, troppo comune Successo = Qualità.

Fermo restando che non sono così sicuro che uno voglia fare una cosa pur non avendo nulla da dire. E anche fosse? Per me sarebbe comunque legittimo.

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 Oggetto del messaggio: Protagonista a ogni costo
MessaggioInviato: gio 27 apr 2017, 20:06 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
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Sì sì è legittimo, ma per me è anche mortificante.

Se io scrivo perché voglio che mi si dia la corona di scrittore e per vincere i 300 premi della sagra della salamina e metterli in mostra nel salotto dandomi arie, per me mortifico ciò che sto facendo.

Se scrivo perché amo farlo, anche se non sono un fenomeno (come nel mio caso), è tutto un altro discorso dal mio punto di vista.

Forse ho una concezione troppo idealista della cosa ma chissenefrega eh, diciamo che detesto quella forma di esibizionismo un po' vacua e pretenziosa che vedo ovunque, specie in certi ambiti, ma pazienza: mi consola solo sapere che nel 99% dei casi chi usa certi strumenti a questo scopo non lascia tracce vere.

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