Rubavano i pasti agli anziani della Breda

Padova, indagine dei carabinieri sulla casa di riposo di via Ippodromo. Incastrati dalle immagini 20 dipendenti: perquisiti e indagati di Enrico Ferro
PADOVA. Il venerdì era il giorno più atteso perché arrivavano i carrelli carichi di pesce. Ma non era male nemmeno il mercoledì, con il filetto. O il martedì con il prosciutto crudo. L’importante era intercettare i vassoi appena arrivati al centro di smistamento.

La scoperta fatta dai carabinieri all’istituto per anziani Casa Breda ha dell’incredibile perché coinvolge quasi una ventina di persone, tutti dipendenti dell’istituto di via Ippodromo, succursale dell’Istituto Configliachi.

Gli investigatori dell’Arma hanno installato alcune telecamere all’interno e l’occhio elettronico ha ripreso tutto. Qualche settimana fa poi c’è stato il blitz all’uscita dal turno di lavoro. In quell’occasione sono scattate anche le perquisizioni nelle auto dei diretti interessati.

Una figuraccia colossale che si è trasformata in un procedimento penale ancora in corso in Procura. Il direttore generale Pierluigi Donà si trincera dietro un rigoroso «no comment» ma la tensione è alle stelle.

Già di per sé è un reato odioso, in questo caso è stato commesso a danno degli anziani ospiti e in totale sfregio alle famiglie che pagano dai 50 ai 70 euro al giorno. Pare che le cose funzionassero così da tanto tempo. Ai 140 ospiti della struttura di Ponte di Brenta arrivavano gli avanzi.

La pasta c’era quasi sempre, anche perché portarla a casa sarebbe stato complicato. Scomparivano però i piatti più elaborati: il pollo arrosto, il pesce del venerdì. Oppure quelli sigillati: gli affettati, i formaggi. Non disdegnavano neanche la frutta o l’acqua.

A spezzare il silenzio è stato proprio uno dei lavoratori, che ha deciso uscire allo scoperto andando a raccontare tutto ai carabinieri.

I militari dell’Arma si sono subito messi in moto e, fingendo di essere elettricisti, hanno installato le telecamere nei punti nevralgici. Hanno scoperto quindi che il malcostume non riguardava solo due o tre dipendenti ma una ventina. Rubavano persino alcuni addetti alle pulizie.

Il cibo viene preparato al Configliachi di via Sette Martiri. Lì venivano composti i vassoi con primo, secondo, contorno e dessert ma anche con le merende di metà mattina e metà pomeriggio. I pasti viaggiavano sul cassone di un furgone per essere poi scaricati nella struttura di via Ippodromo.

C’era sempre qualcuno ad attenderli e appena il corriere se ne andava iniziava la “scrematura”. Agli anziani arrivavano porzioni ridotte all’osso e nessuno se ne accorgeva. Dal punto di vista formale ogni tanto cercavano di giustificarsi scrivendo nella bolla di consegna che le porzioni erano arrivate già fallate.

Ma il malaffare dilagante era noto al punto che qualche autista si è messo a scattare le foto al carico prima di consegnarlo, in modo da respingere qualsiasi contestazione.

L’inchiesta è stata
aperta circa tre mesi fa ed è tuttora pendente. I diretti interessati sono stati tutti raggiunti dagli avvisi di garanzia e si sono dovuti trovare un avvocato. «Non ho nulla da dire, stiamo attendendo anche noi di sapere» ripete il direttore Donà.