Francesco82 ha scritto:
Capisco il tuo discorso Supercì e nella sostanza la condivido.
Infatti il mio parere in ambito architettonico conta meno di zero, mentre il tuo ha un rilievo (qui torniamo un po' al non parlo di cose che non conosco).
Immagino però che anche nel tuo settore ci siano vedute fra loro molto diverse, e anche fra i cosiddetti esperti, critici e professionisti.
Giustamente parli di rilievo riconosciuto, solo che fatico a individuare la linea di demarcazione (che è peraltro mobile), cioè il momento in cui il dato artista è "oggettivamente valido". Forse un mix fra conoscenze storiche e tecniche aiuta a formulare un giudizio quantomeno ponderato, serio e attendibile in questi ambiti. Cioè il dato tecnico è ineludibile, perché fornisce parametri convenzionali da cui non possiamo prescindere.
Però quando alzi un attimo l'asticella le valutazioni personali tornano a pesare, anche se è difficile appunto stabilire come e quando.
Cioè è ovvio che nessuno mi paragonerà mai a Garcìa Lorca o Neruda, ma già stabilire perché loro sono "oggettivamente" validi o metterli in fila diventa difficile.
Ovviamente il riscontro negli altri ha un peso ma anche qui il discorso è complesso perché il successo dipende da mille fattori e cambia con il tempo, è noto il caso di Parker che viene screditato e sicuramente vende molto meno di musicisti lui contemporanei che però non cambiano di una virgola il jazz.
Ecco forse l'originalità e l'idea consapevole che sta dietro l'originalità sono un altro fattore importante (se suono picchiando la forchetta sul tavolo forse sono originale ma non sono consapevole né ho idea di ciò che sto facendo, mentre Coleman che rompe il cerchio del chorus del bebop anche se in modo naif sa cosa sta facendo, ha un'idea e un fine e conosce la musica per quanto gli serve a formularne una proposta personale).
Per me ad esempio anche saper esprimere concetti o ricostruire fatti personali in modo da colpire anche le altre persone è una dote unica e fondamentale in un artista, se questi possiede le nozioni tecniche utili ai fini di questa espressione. Cioè è palese che Kubrick affronta temi universali e pone interrogativi universali utilizzando con una competenza inarrivabile gli strumenti tecnici a sua disposizione, mentre i Fratelli Vanzina non lo sanno né lo vogliono fare, però ecco questo li rende "oggettivamente" inferiori? Io non me la sento di affermarlo..Oggettivamente in base a cosa?
Una parte del valore intrinseco di un'opera per me è dato dalla novitá, da ciò che rappresenta come innovazione riguardo a un determinato tema.
Faccio un esempio, sempre architettonico, perchê ovviamente è l'unico campo in cui la passione è supportata da uno studio approfondito di una materia.
Ville savoye è una abitazione a Poissy è un'opera del maestro dell'architettura contemporanea, ossia Le Corbusier. Il quale, tra l'altro non era architetto.
Per intenderci è questa qui
Non so se l'avete mai vista, ne dubito, ma quand'anche lo abbiate fatto dubito che abbia una qualche presa emotiva o che comunque generi interesse in voi.
Questa villetta, in realtà racchiude i 5 punti fondamentali dell'architettura moderna: le finestra a nastro ad esempio, ossia le finestra continua senza interruzioni dovute ai pilastri, è tipica dei grattacieli moderni, e si ottiene grazie all'arretramento dei pilastri che non alloggiano piú nella muratura perimetrale lasciando quindi la facciata libera.
Lo stesso sistema di pilastri, detti pilotí ( non ricordo come si scriva
) rappresentano una rivoluzione nella tecnica delle costruzioni che si traduce in una libertà compositiva impossibile fino a quel momento. In casi come questo, la soggettivitá è molto limitata, per l'appunto, ad un discorso puramente estetico, da parte dell'utente "inconsapevole", in quanto nessun addetto ai lavori, che sia esso un tecnico o uno storico, si sognerebbe di mettere in dubbio l'importanza intrinseca dell'opera. Che diventa anche bella, anche se non lo è universalmente, perché rappresenta un momento storico e racchiude in sè tutto ció che è l'architettura contemporanea, anche quella più ardita e che sembra non avere nulla in comune con essa, come ad esempio le architetture di Frank O' Ghery
Per questo io non comprendo Miró, perchê non ho gli strumenti per farlo. In tal senso, come ho detto, la soggettivitá prevale, e nonostante io ne sia cosciente non riesco a distaccarsene e sospendere il giudizio... Per me Miró è uno che fa degli scarabocchi.
Il discorso che fai invece sui critici/tecnici, ritengo che sia limitato a questioni che si basano molto su correnti di pensiero che comunque non mettono in dubbio, almeno credo, il famoso valore intrinseco di cui parlavo sopra.