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 Oggetto del messaggio: Io non parlo di cose che non conosco
MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 20:25 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
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È vero.
Infatti per me il titolo di studio in quei settori è una contraddizione in termini, preferisco di gran lunga gli appassionati autodidatti ai "poeti laureati" che per me non possono esistere, non c'è una laurea in poesia, né in disegno né in altre cose simili, così come non esiste la laurea in giornalismo secondo me.
Semmai ecco per parlarne con cognizione e in modo approfondito bisogna approfondire: se non me ne frega un caxxo, che caxxo ne parlo a fare? Tutto qui, in effetti non è 'sto gran problema.

Il DAMS in tal senso è un emblema negativo, è come essere laureati in storia del calcio e pretendere di farne un lavoro, o quasi.

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MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 20:31 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
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LudwigvonFicker ha scritto:
Intervengo un secondo giusto per completare. Tra me e Francè non ci sono problemi. Ci siamo ripacificati via PM con due messaggi.
Francè secondo me è - come ha già riportato - uno dei motori del forum e un ottimo utente. Quando con un utente ho un pizzico di trasporto in più, diciamo, tendo in alcuni momenti a
stuzzicare un po' - poi ogni tanto mi succede di eccedere. Cosa di cui ne sono consapevole. Ma ecco una altro difettuccio: non mi dispiacciono le faide :D
Ognuno ha i suoi eccessi. Quelli di Francè probabilmente stanno nel management di conflitti e cose di questo tipo. Ma non è successo nulla. :ok


Ma sì infatti, sono sciocchezze che succedono, quando ci si stima capita di prendersi a male parole causa fraintendimento, ma non è nulla di grave.
In realtà non c'è nulla di grave neanche con Socrate peraltro, da parte mia zero problemi proprio, solo che preferisco confrontarmi con Lud e altri utenti.

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 Oggetto del messaggio: Io non parlo di cose che non conosco
MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 20:33 
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DELUSIONE TOTALE !

io volevo la guerra!

Per il resto, non sarebbe male conoscervi personalmente. Sembrate dei bei tipi.

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MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 20:36 
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Francesco82 ha scritto:
È vero.
Infatti per me il titolo di studio in quei settori è una contraddizione in termini, preferisco di gran lunga gli appassionati autodidatti ai "poeti laureati" che per me non possono esistere, non c'è una laurea in poesia, né in disegno né in altre cose simili, così come non esiste la laurea in giornalismo secondo me.
Semmai ecco per parlarne con cognizione e in modo approfondito bisogna approfondire: se non me ne frega un caxxo, che caxxo ne parlo a fare? Tutto qui, in effetti non è 'sto gran problema.

Il DAMS in tal senso è un emblema negativo, è come essere laureati in storia del calcio e pretendere di farne un lavoro, o quasi.


In un certo senso se sei un artista devi laurearti. Cioè non c'è bisogno che uno debba per forza laurarsi nel senso vero della parola - ovviamente.
Ma ammenoché uno non sia un genio totale, se vuole fare qualcosa di sostanzioso, deve cmq approfondire la materia. Deve sapere con cosa ha a che fare, il che forse non sempre richiede di conoscere proprio tutte le partiture di ogni compositore - ma devi conoscere. Lo studio è un modo per farlo. Ha le sue insidie, come tutti i percorsi.
Cioè se vai all'uni a studiare rischi di perderti in accademismi, conformismi o rischi anche di perdere fiducia in te stesso, per esempio. Mentre se fai
tutto da autodidatta rischi di non intuire mai il livello sul quale il tuo oggetto si muove realmente.

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MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 20:40 
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LudwigvonFicker ha scritto:
Francesco82 ha scritto:
È vero.
Infatti per me il titolo di studio in quei settori è una contraddizione in termini, preferisco di gran lunga gli appassionati autodidatti ai "poeti laureati" che per me non possono esistere, non c'è una laurea in poesia, né in disegno né in altre cose simili, così come non esiste la laurea in giornalismo secondo me.
Semmai ecco per parlarne con cognizione e in modo approfondito bisogna approfondire: se non me ne frega un caxxo, che caxxo ne parlo a fare? Tutto qui, in effetti non è 'sto gran problema.

Il DAMS in tal senso è un emblema negativo, è come essere laureati in storia del calcio e pretendere di farne un lavoro, o quasi.


In un certo senso se sei un artista devi laurearti. Cioè non c'è bisogno che uno debba per forza laurarsi nel senso vero della parola - ovviamente.
Ma ammenoché uno non sia un genio totale, se vuole fare qualcosa di sostanzioso, deve cmq approfondire la materia. Deve sapere con cosa ha a che fare, il che forse non sempre richiede di conoscere proprio tutte le partiture di ogni compositore - ma devi conoscere. Lo studio è un modo per farlo. Ha le sue insidie, come tutti i percorsi.
Cioè se vai all'uni a studiare rischi di perderti in accademismi, conformismi o rischi anche di perdere fiducia in te stesso, per esempio. Mentre se fai
tutto da autodidatta rischi di non intuire mai il livello sul quale il tuo oggetto si muove realmente.


Non è questo il punto secondo me. La distinzione è fra ciò che si conosce e ciò che si conviene conoscere. Io non parlo di genetica perchè non l'ho studiata e la genetica è quella roba li che devi studiare se vuoi parlarne. Mentre di cinema non ce n'è bisogno perchè il cinema non è "quella roba li" non c'è scritto da nessuna parte cosa sia un bel film, è una convenzione, non un sapere, è proprio diverso.

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MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 20:42 
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Francesco82 ha scritto:
È vero.
Infatti per me il titolo di studio in quei settori è una contraddizione in termini, preferisco di gran lunga gli appassionati autodidatti ai "poeti laureati" che per me non possono esistere, non c'è una laurea in poesia, né in disegno né in altre cose simili, così come non esiste la laurea in giornalismo secondo me.
Semmai ecco per parlarne con cognizione e in modo approfondito bisogna approfondire: se non me ne frega un caxxo, che caxxo ne parlo a fare? Tutto qui, in effetti non è 'sto gran problema.

Il DAMS in tal senso è un emblema negativo, è come essere laureati in storia del calcio e pretendere di farne un lavoro, o quasi.



Mi ero dimenticato di citare questo:

Per me dipende: tolto che la laurea al DAMS ha la stessa valenza di difficoltà di un diploma all'artistico, e che molto spesso viene utilizzata come ripiego (la facoltà) non posso non considerare che possa darti una formazione. Ti indirizza, ti da una cultura e ti fornisce le basi. Certo, se non c'è da parte tua un impegno nella perseveranza e passione allora sarà vana e "fredda". Ma è pur vero che, tendenzialmente, chi ha fatto il DAMS sa come apportarsi al cinema (conoscenze personali).


E quoto il discorso di Lud.

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MessaggioInviato: dom 2 lug 2017, 21:02 
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Casca ha scritto:

Non è questo il punto secondo me. La distinzione è fra ciò che si conosce e ciò che si conviene conoscere. Io non parlo di genetica perchè non l'ho studiata e la genetica è quella roba li che devi studiare se vuoi parlarne. Mentre di cinema non ce n'è bisogno perchè il cinema non è "quella roba li" non c'è scritto da nessuna parte cosa sia un bel film, è una convenzione, non un sapere, è proprio diverso.


Ah questo sicuramente. Cioè, devi conoscere quello che conviene per poter discutere sul livello sul quale vuoi discutere. Anche sulla genetica - se conosci alcune cose - secondo me - se per il tuo discorso non c'è bisogno di conoscere dettagli - puoi tranquilllamente intervenire. Poi ci sono argomenti dove proprio non c'è bisogno di studiare un #@*§. Il giudice alla fine sarà sempre il discorso. Tu puoi studiare o non studiare quello che vuoi - nella discussione o dici cose buone o no.

Non parlare di cose che non si conosce è un ottima massima per se stessi - e una cattiva massima se applicata agli altri.

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MessaggioInviato: lun 3 lug 2017, 11:56 
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Sono d'accordo Lud ;)

C'è solo una precisazione, per me fondamentale: produrre cose significative o comunicative dal punto di vista artistico è anche (e a volte soprattutto) una questione di sensibilità individuale e di capacità comunicativa.
Ovviamente, se manca totalmente il mezzo e se manca una minima predisposizione tecnica, questa capacità rischia di rivelarsi del tutto vana e inutilizzabile.

Ma non è lo studio completo e approfondito che te la regala: quello ti rende uno storico, un critico, un appassionato.

Se voglio essere uno studioso serio devo aver studiato, se voglio essere un musicista pure, ma in modo diverso, posso anche ignorare una fetta della storia e metterci del mio. Il che non significa che sono un "genio selvaggio", ma che ho la sensibilità per proporre cose personali.

Cobain per me era un musicista eccezionale dal punto di vista espressivo e comunicativo, ma era mediocre tecnicamente, e dubito conoscesse bene Mahler o Steve Reich. ;)

Ecco, per me l'accademia e lo studio non possono sostituire questa sensibilità/predisposizione personale. Ciò non toglie che per fare qualcosa di valido tu debba conoscere a approfondire la tua materia.

Quello di cui parlo in questa sede è la conoscenza più che altro storica ed estetica: per parlare di storia del cinema devo aver un minimo approfondito la materia, sennò è inutile parlarne.

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MessaggioInviato: mar 4 lug 2017, 15:52 
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Francesco82 ha scritto:
Ma non è lo studio completo e approfondito che te la regala: quello ti rende uno storico, un critico, un appassionato.

Se voglio essere uno studioso serio devo aver studiato, se voglio essere un musicista pure, ma in modo diverso, posso anche ignorare una fetta della storia e metterci del mio. Il che non significa che sono un "genio selvaggio", ma che ho la sensibilità per proporre cose personali.

Cobain per me era un musicista eccezionale dal punto di vista espressivo e comunicativo, ma era mediocre tecnicamente, e dubito conoscesse bene Mahler o Steve Reich. ;)

Ecco, per me l'accademia e lo studio non possono sostituire questa sensibilità/predisposizione personale. Ciò non toglie che per fare qualcosa di valido tu debba conoscere a approfondire la tua materia.


C'è una distinzione di fondo: cioè la distinzione tra se vogliamo espressione informata ed espressione personale. Queste distinzione è una delle più popolari che si incontra in giro - anzi nella vita reale è difficile trovare chi non la sposi.
Nel ambito artistico vero non conosco posizioni del genere. Goethe è stato in prima persona il luogo di questo conflitto: basta leggere Prometheus e Natura e Arte. Se il primo è essenzialmente l'espressione della volontà di liberarsi dalla forma (riaffermandola nel atto stesso), il secondo è la riflessione sulla forma (a forma di sonnetto) che afferma l'imprescindibilità della forma. Cioè la storia è piena di riflessioni sulla materia, quindi solo chi parla senza conoscere può affermare che si possa creare senza conoscere.

C'è bisogno di un impeto personale per creare qualcosa? Boh, forse. È "il personale" ad essere lo scopo del arte? Ovviamente no. Se è personale, non è arte. L'idea di far qualcosa nel ambito senza conoscere - dove la conoscenza si opporebbe all' personale - bisogna levarsela dalla testa. È un idea naive. Poi che le conoscenze non bastino è chiaro - ma questo nessuno l'ha mai sostenuto.

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