E allora non dovresti contestualizzare queste affermazioni legandole ad un discorso di fatto riferito nello specifico a Napoli, altrimenti è logico che io nn mi possa trovare d'accordo. Il problema del voto l'amico, o l'amico dell'amico è noto, ma è nazionale, e su questo concordo in pieno. E, ripeto, cambiare le cose è complicato, se non si cambia la mentalità di molti, ma anche il sistema che porta a queste dinamiche. Il problema è che chi sarebbe deputato a farlo non vuole farlo, perché andrebbe contro i propri interessi.
Qualche anno fa un mio caro amico era primo dopo gli scritti di una prova di concorso a ... Come si chiama il posto dove ha sede l'Inter...
Vabbuo... Insomma alla prova orale magicamente prese un voto tale da farlo arrivare terzo. I primi due erano abitanti del posto, non napoletani, nè calabresi. Coincidenze?
Il problema è comune e diffuso, inutile che discutiamo di questo.

Eppure ci sono tanti che lo votano, e non credo si chiamino Gennaro Esposito.
È uno specchio del nord? Forse sí, molti sono scontenti e votano per reazione. Non credo che però rappresenti il pensiero di tutti. Più che altro me lo auguro, anche se, in caso contrario, finalmente almeno si eviterebbe di scandalizzarsi quando fischiamo l'inno, visto che i primi che non credono all'Italia unita siete "voi".

E se mi si dice, perché l'ho sentito tantissime volte, che è colpa nostra perché non facciamo nulla, rispondo di venire a vivere qui è ribellarsi a chi ti punta una pistola o minaccia di farti saltare con tutta la tua famiglia. Vorrei proprio assistere a questo eroismo millantato. Te lo dico io che fareste: vi caghereste in mano, ecco che fareste.
Vabbé ma ribellatevi, denunciate. Certo. Poi però dimentica la tua vita, accetta la scorta e cambia cittá.
La verità è che non spetterebbe a noi,ma allo Stato prendere questi cesssi ed eliminarli definitivamente.