Dialogo fra Lira ed Euro, dal Corriere della Sera
LIRA: «Com’ero bella da giovane, grande come un fazzolettone che ricordo sventolare nei film di Totò e Peppino! Ero una lira in cui bene o male ci ritrovavamo tutti, c’era in me immagine, storia, umori che in queste banconote nuove non ritroviamo più. Ora tutto è finto, ponti, vedute, archi... Caravaggio almeno era italiano. Qualcosa in questo lo abbiamo perso».
EURO: «Il fazzolettone che rimpiangi era la lira fino alla fine degli anni ’60, senza inflazione: bella perché con potere d’acquisto. Quelle succedutesi da allora si sono fatte sempre più piccole non solo nel taglio, ma anche in gran parte del loro valore reale».
LIRA: «Inevitabilmente la moneta riflette le cose nelle quali si deve avere fiducia. Almeno una parte delle mie colpe non riguarda solo me.Manel dovere di difendermi, ricorderò che se nel ‘95 non mi fossi svalutata, lo choc sarebbe stato tale da pregiudicare l’intera nostra economia. In quei momenti anche Beniamino Andreatta invitò tutti ad approfittarne e vendere merci all’estero, tanto che la nostra quota nell’export mondiale salì fino al 4,5%. Ancorare allora me lira al dollaro permise di entrare nell’euro. Senza, non saresti qui».
EURO: «C’è una parte di verità in quel che dici. Quando tu sotto gli attacchi speculativi cadesti, consentisti all’export di riprendersi. Ma davvero pensi che avresti potuto andare avanti così per molto, con svalutazioni che sopravanzavano l’inflazione?»
LIRA: «Essendo io morta non riesco a fare come voi vivi, che usate tutti questi ‘se’…».
EURO: «In effetti sei un fantasma lontano. Forse non ricordi che i salari a seguito della svalutazione si rimisero a salire in una spirale d’inflazione, mascherando grazie a te una crescita di produttività inferiore a quella degli altri Paesi. Ne paghiamo ora le conseguenze ».
LIRA: «Anche sul dopo qualcosa da dire ce l’avrei. Certo l’idea di uccidermi servì a farti vivere: portò a un bilancio pubblico più rigoroso, che a sua volta fece diminuire i tassi e così via. E’ un’indubitabile asserzione che vale fino al ’98. Dopo si raccolgono i benefici della mia morte dichiarata,maall’abbassarsi delle uscite pubbliche in interessi sul debito dal 12 a circa il 5% del prodotto nazionale, non corrisponde più un ridimensionamento delle altre spese. Quest’ombrello di stabilità dell’euro è servito ad allentare il risanamento ».
EURO: «Spiega, spiega… Questo m’interessa!»
LIRA: «Ebbene, un regime di cambi flessibili ci avrebbe costretto a sacrifici più onesti».
EURO: «Che vuoi dire? In Europa alcuni Paesi s’impegnarono nel rispetto delle regole di Maastricht per accedere all’euro; tutti hanno seguito politiche restrittive. Senza, oggi ci ritroveremmo nei guai».
LIRA: «Quel che non mi va giù è che benché mi abbiate ucciso, rimanete italiani. Usate l’euro come un ombrello per proseguire nei vostri difetti».
EURO: «E se tu fossi sopravvissuta, avremmo proseguito nell’essere italiani con risultati più gravi sull’inflazione o gl’interessi…»
LIRA: Ma ci sarebbe pur stato un limite ai tassi elevati! Sarebbe stata una politica monetaria accorta, è vero, ma non fuori dalla nostra portata. La catastrofe non era inevitabile come voi, cari euro, asserite».
EURO: «In astratto sarebbe stato possibile, lo riconosco. La Gran Bretagna se l’è cavata mantenendo la sterlina: ma ha un debito al 40% circa del reddito, noi lo avevamo al 120. Ed è capace di sterzate di politica economica, ha un sistemapolitico a Westminster che noi sogneremmo. Da noi le misure drastiche di Giuliano Amato nel ’92 riuscirono a malapena a evitare il consolidamento del debito. Per quanto riguarda la possibilità di fare riforme, noi in ogni caso dobbiamo affrontarle. Concentrandoci sulle cose che dobbiamo fare da tempo e non abbiamo mai avviato…».
LIRA: «Tu sei vivo e dunque hai fretta, guardi al futuro. Io con la calma dei defunti vorrei invece prima ricordarti un po’ dei salari e delle rendite, dell’effetto-inflazione sui vecchi Bot dai tassi così elevati... Perché è un fatto che da quando sei nato tu, caro euro, in Italia la ricchezza si è concentrata vieppiù nelle mani di pochi, la redistribuzione delle risorse si è deteriorata. Le rendite di cui ha lucrato il commercio al passaggio fra monete, quelle le dimentichi? Quelle non contano, sono buone e solo io sono cattiva?»
EURO: «E’ vero che la svalutazione è un modo più comodo e più equo di distribuire i costi: rende più care le merci internazionali e quelle le pagano tutti, non solo gli operai. Sono i vecchi effetti redistributivi da moneta debole, senza che la politica debba esporsi. Invece adesso il problema è diventato di grande durezza, perché ormai devi controllare le fonti ultime di produttività: l’andamento salari, la capacità del lavoro di produrre beni e servizi, con salari europei, che gli altri mercati vogliano acquistare. E’ la sfida che ogni Paese civile deve affrontare». (La Lira sghignazza)
EURO: «E’ inutile che sghignazzi. Eri una fonte d’inciviltà economica ».
LIRA: «Sarà, ma la Banca d’Italia nell’ultima relazione ci dice che noi oggi abbiamo una ricchezza finanziaria e immobiliare pro-capite, nei ceti medi, superiore persino a quella degli Usa. Siamodiventati con l’euro una nazione di redditieri: è un problema che uno si dovrà pur porre, specie se è un po’ di sinistra».
EURO: «Spostamenti di reddito legati al passaggio fra te e me ce ne sono senz’altro stati, anche se non è stata colpa mia ma di come il Paese vi è giunto impreparato ».
LIRA: «Ma guarda mio fratello, il marco. Quando nacque nel ’48 l’economia tedesca esplose, perché con tassi elevati si risanò favorendo il lavoro, non le fortune parassitarie. A me pare invece che per metterti al mondo con parto cesareo cioè al più presto, caro euro, la politica fiscale è stata la più iniqua che si potesse immaginare. Si è tassato di più il lavoro dipendente, facile da raggiungere con l’imposta, e sono diminuite tasse su redditi da capitale. Questa politica fiscale non ti ha reso più simpatico di me, anzi… Non c’è da stupirsi se poi cittadini sottoposti a queste medesime cure bocciano altrove la Costituzione europea».
EURO: «Era necessario per Maastricht. Non solo: la fine dell’èra dei Bot di massa ha coinciso con i grandi crolli di Borsa a partire da Wall Street. E si è assistito a un enorme trasferimento di ricchezza sull’immobiliare, con una nuova bolla speculativa, non solo in Italia mache in Spagna, gli Stati Uniti o altrove. Gli immobiliaristi che lo hanno capito prima ne hanno approfittato...»
LIRA: «Tutto ciò non ti rende migliore di me».
EURO: «Ma se l’hai detto tu stessa: sotto di te ritardavamo una resa dei conti cui prima o poi dovevamo arrivare. La scorciatoia rappresentata dalla tua continua debolezza in qualche modo sarebbe comunque finita. Oggi non si sostiene più l’economia con il cambio debole o con la spesa pubblica a favore di redditi improvvisati. Il nostro è un problema di competitività e io l’ho messo a nudo: la crescita vera, quella solida, si ha se si possono produrre merci e servizi migliori. Ossia se si crea domanda estera per i nostri beni e servizi, prodotti con salari europei e non cinesi».
LIRA: «Ma anche tu oscilli, oscilli… ».
EURO: «Come faceva il marco col dollaro. Ma almeno nella testa di tutti, in prima linea e nelle retrovie dell’economia italiana, ho piantato l’idea che non ci sono più scorciatoie. Non dico che dobbiamo uscire dalle manifatture, ma spostarci di settore, nella scala del valore prodotto, questo sì».
Come dire: L'Euro è utile solo se la politica Italiana cambia registro (più facile a dirsi
che a farsi).