epico ha scritto:
Andrade protagonista anche di una storica crisi isterica durante l'intervallo nello spogliatoio .
Sì, patì l'emozione e andò fuori di testa. Nasazzi nell'intervallo urlò di tutto alla squadra (che era in svantaggio 2-1 e stava subendo non poco il maggior calcio palla a terra degli argentini) e tremarono anche i muri, tutti stavano zitti ad ascoltarlo. Si narra che Nasazzi avesse un carisma non inferiore a quello di Valentino Mazzola o Maradona, per dire, che in quanto a carisma erano i numeri uno indiscussi. Era un precursore di Obdulio Varela come leadership.
Al rientro in campo, poi Scarone, che era il più esperto avendo già passato la trentina da tempo, andò da Nasazzi e dai compagni e disse «date la palla a me, ora mi metterò a giocare 20 metri più indietro per organizzare il gioco». L'Uruguay praticamente giocò con un uomo in meno davanti e uno in più sulla linea mediana, nonostante fosse in svantaggio. Ma proprio questa fu la chiave di volta dell'incontro, come detto Scarone servì la palla del 2-2, smistò tutti i palloni e dominò a centrocampo (era oramai in declino atletico, ma come visione di gioco e piedi era ancora al top), avviando anche l'azione del 4-2.
Questo dimostra quello che già evidenziava Brera, tra l'altro: che spesso mettere più attaccanti non aiuta e che in alcune occasioni per ribaltare una situazione di svantaggio può essere più conveniente «continuare a difendere la sconfitta» (parole proprio di Brera). Gli uruguaiani erano maestri in questo, più ancora degli italiani: lasciavano sfogare gli avversari e poi li freddavano quando gli altri erano sfiniti. Fecero lo stesso anche nel '50 e si portarono a casa un altro alloro iridato.