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MessaggioInviato: lun 4 feb 2013, 0:21 
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Ciccio, ottimi approfondimenti, ma ho sempre la sensazione di fondo che tu creda al catenaccio come a un sinonimo di difensivismo esasperato punto e a capo. Il Milan di Rocco giocava con il libero, la marcatura a uomo, il contropiede a lunga gittata e altre caratteristiche tecnico-tattiche tipiche di una squadra catenacciara.

Catenaccio non è un insulto. E' un sistema di gioco. E poi diventa modo di essere della nazione Italia. Io dico “viva il catenaccio” perché è la nostra storia. E perché lo abbiamo riadattato anche in chiave moderna, con Lippi che nel 2006 si è rifatto sull'italia di Bearzot. Non c'era più libero, ma lo spirito era sempre quello pragmatico della scuola italiana. E nei ruoli l'Italia di Lippi era tremendamente simile a quella di Bearzot 82 che vinse con il sistema a catenaccio: libero, terzino sinistro di spinta, doppio marcatore, marcatura a uomo, ala destra ecc.

_________________
«...ricorda che se anche i nostri dirigenti ci danno per spacciati e dicono che sarebbero contenti anche se perdessimo 4-0, a me non interessa. Io oggi scendo in campo per vincere e voglio che quelli che scendono con me oggi abbiano lo stesso obiettivo. Se vedo qualcuno che non combatte questa battaglia, alla fine della partita dovrà vedersela con me. Fatti forza Ruben, quei duecentomila là fuori non giocano, guardano solamente».

Il capitano Obdulio Varela al giovane Ruben Moran prima della finale del Mondiale 50, Brasile 1 Uruguay 2


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MessaggioInviato: lun 4 feb 2013, 12:26 
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Marco Bode ha scritto:
Ciccio, ottimi approfondimenti, ma ho sempre la sensazione di fondo che tu creda al catenaccio come a un sinonimo di difensivismo esasperato punto e a capo. Il Milan di Rocco giocava con il libero, la marcatura a uomo, il contropiede a lunga gittata e altre caratteristiche tecnico-tattiche tipiche di una squadra catenacciara.

Catenaccio non è un insulto. E' un sistema di gioco. E poi diventa modo di essere della nazione Italia. Io dico “viva il catenaccio” perché è la nostra storia. E perché lo abbiamo riadattato anche in chiave moderna, con Lippi che nel 2006 si è rifatto sull'italia di Bearzot. Non c'era più libero, ma lo spirito era sempre quello pragmatico della scuola italiana. E nei ruoli l'Italia di Lippi era tremendamente simile a quella di Bearzot 82 che vinse con il sistema a catenaccio: libero, terzino sinistro di spinta, doppio marcatore, marcatura a uomo, ala destra ecc.


Hai detto bene, comunque io lo so che per catenaccio si intende un modulo di gioco ma cerco di non usare questo termine perchè in molti penserebbero a un modulo "tutti indietro e stop", in realtà il Milan del Paron segnava caterve di gol...


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: mer 20 feb 2019, 19:28 
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Riporto in alto questa vecchissima discussione, in quanto oggi ricorrono i quarant'anni dalla scomparsa di uno dei più grandi allenatori di sempre.


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: mer 20 feb 2019, 21:43 
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accursio ha scritto:
Riporto in alto questa vecchissima discussione, in quanto oggi ricorrono i quarant'anni dalla scomparsa di uno dei più grandi allenatori di sempre.


Sono curioso di vedere lo speciale di Marani, che reputo un drago della ricerca storica.

Per me Rocco sta nell'empireo dei grandissimi assieme a Happel, Clough, Michels, Chapman, Goethals e pochi altri. Carletto Ancelotti è stato il suo ultimo erede secondo me.


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: gio 21 feb 2019, 16:29 
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ciccio graziani ha scritto:
accursio ha scritto:
Riporto in alto questa vecchissima discussione, in quanto oggi ricorrono i quarant'anni dalla scomparsa di uno dei più grandi allenatori di sempre.


Sono curioso di vedere lo speciale di Marani, che reputo un drago della ricerca storica.

Per me Rocco sta nell'empireo dei grandissimi assieme a Happel, Clough, Michels, Chapman, Goethals e pochi altri. Carletto Ancelotti è stato il suo ultimo erede secondo me.


Lo speciale di Marani dovrebbe riguardare Trieste e la Triestina dell'immediato dopoguerra, più che la figura specifica di Rocco, anche se il Paron ha avuto un ruolo rilevante nella storia, con l'incredibile secondo posto nel campionato 1947-48 e la novità tattica che ha trasformato il Sistema in un Mezzo Sistema, precursore del Catenaccio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: lun 25 feb 2019, 16:21 
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Consiglio di visionare lo speciale di Marani in onda su Sky in questi giorni.

Un gioiello.


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: lun 25 feb 2019, 16:24 
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accursio ha scritto:
Consiglio di visionare lo speciale di Marani in onda su Sky in questi giorni.

Un gioiello.


Concordo anche perché ha rivelato alcune chicche di cui non ero assolutamente a conoscenza.


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 Oggetto del messaggio: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: lun 25 feb 2019, 16:36 
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Visto solo in parte, però l'ho registrato sul Mysky.


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: mar 26 feb 2019, 22:22 
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Sia nel Metodo che nel Sistema le due mezzali hanno compiti abbastanza vaghi: devono attaccare, difendere, impostare ma non c'è una netta differenziazione di compiti (certo tra un Meazza ed un Ferrari c'erano delle differenze in quanto a caratteristiche ma entrambi i giocatori facevano pressoché gli stessi compiti).

Nel Mezzo Sistema di marca Rocco invece nasce il centrocampo come lo intendiamo anche al giorno d'oggi: davanti alla difesa un mediano (Giannini o Presca) è posizionale ed adibito quasi esclusivamente al recupero di palloni mentre il secondo (Trevisan, il faro della squadra) è il regista che fa girare la squadra e che ha il compito di inserirsi in avanti. Inoltre compare per la prima volta il trequartista (Tosolini) che gioca già tra le linee avversarie (cioé in mezzo ai due mediani avversari).

Sembra calcio di oggi invece è tutta roba di 70 e passa anni fa!

------------8 Trevisan--------------------6. Giannini
------------(mezzala avversaria)-----(mezzala avversaria)

---------------------------10.Tosolini
------------(mediano avversario)-----(mediano avversario)


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 Oggetto del messaggio: Re: Nereo Rocco, il Paron
MessaggioInviato: mar 30 lug 2019, 20:25 
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Reg. il: sab 9 feb 2019,
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ciccio graziani ha scritto:

FIORENTINA E ULTIME PANCHINE:
Rocco decide così di rimettersi in gioco e nel 1974 diventa l’allenatore della Fiorentina. Con i viola il Paron disputa una buona annata, ha tra le mani una squadra giovane e ambiziosa, ma il feeling con la piazza e alcuni giocatori (Antognoni su tutti) non c’è e così, prima della finale di Coppa Italia che doveva disputarsi contro il suo Milan, non se la sente e si dimette. Rocco così perde la possibilità di gioire per il suo ultimo trofeo della sua incredibile carriera.



In realtà ci riuscì a vincere l'ultimo trofeo della carriera due anni dopo: Coppa Italia 1976/77.


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