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Preso atto che la Serie A e' ormai morta e non vedo come possa rinascere stringiamoci a corte e con un salto nostalgico riviviamo i campionati degli anni d'oro , almeno la storia non ce la possono portare via gli sceicchi , il vero immortale e' il ricordo.



L'estate del 1984 fu tutta nel segno di Diego Armando Maradona: il Napoli infatti fece follie per acquistare il talentuoso fuoriclasse argentino; una trattativa tribolata, andata avanti per oltre un mese e conclusasi con il trasferimento del giocatore in Italia in cambio di oltre tredici miliardi di lire dal Barcellona. Il 5 luglio furono in settantamila al San Paolo ad assistere alla sua presentazione. Un po' tutte le squadre puntarono su calciatori stranieri: Rummenigge passò all'Inter, Sócrates alla Fiorentina, Júnior al Torino, Souness alla Sampdoria, Strömberg all'Atalanta, Wilkins e Hateley al Milan. Anche sul fronte interno ci furono colpi che lasciarono il segno: Agostino Di Bartolomei, dopo oltre un decennio nella Roma, seguì il maestro Nils Liedholm al Milan, la Sampdoria oltre a Beccalossi si assicurò uno dei giovani italiani più promettenti, Gianluca Vialli mentre Claudio Gentile andò alla Fiorentina dopo undici anni di Juventus. Sul fronte allenatori Luigi Radice tornò al Torino, interessante fu la scelta della Roma di affidare la panchina allo svedese Eriksson mentre in casa della Fiorentina ci fu apprensione per l'allenatore Giancarlo De Sisti operato alla testa. L'Inter stravolse il suo centrocampo mandando via in un colpo solo Coeck, Beccalossi e Hansi Müller prendendo Liam Brady e affidandosi ad Antonio Sabato che era tornato alla casa madre già da qualche stagione.

Nel 1985 prese forma il sogno di un'intera città: il Verona, che già dal ritorno in Serie A di tre anni prima ambiva a ruoli di prestigio, riportò lo scudetto in provincia a oltre sessant'anni dai trionfi della Pro Vercelli, entrando nell'immaginario popolare come il Cagliari 1969-70. L'Hellas scrisse il suo nome nella storia del campionato italiano assieme all'allenatore Osvaldo Bagnoli, al difensore tedesco dal gol facile Hans Peter Briegel e alla coppia d'attacco Elkjær-Galderisi.

Nell'anno del sorteggio arbitrale "a gruppi"[1], gli occhi erano puntati su Verona già dalla prima giornata, il 16 settembre 1984. Ma l'attesa non fu tanto per l'esordio degli scaligeri quanto per quello del Napoli con Maradona. Al Bentegodi vinsero i padroni di casa per 3-1 e la corsa gialloblù ebbe inizio.

Già la settimana dopo, vincendo ad Ascoli Piceno, gli scaligeri si ritrovarono soli in testa e, uscendo indenni dai tre big-match consecutivi contro Inter, Juventus e Roma, affrontarono serenamente il girone d'andata, mantenendo costantemente la vetta della classifica. La prima sconfitta arrivò solo alla quindicesima giornata, il 13 gennaio, quando una squadra rimaneggiata cadde ad Avellino a pochi minuti dalla fine. Nonostante ciò, le inseguitrici, l'Inter e il Torino, non approfittarono e i veneti furono campioni d'inverno.

Quando, la settimana dopo, l'Inter raggiunse in vetta il Verona, in molti guardarono ai blasonati ed esperti nerazzurri di Castagner come ai futuri campioni. Ma il Verona smentì tutti e approfittò del pareggio dei milanesi contro l'Avellino per portarsi nuovamente in testa: ad Udine, il 10 febbraio, i gialloblù firmarono l'impresa, vincendo per 3-5 una partita che li aveva visti andare in vantaggio tre a zero, farsi raggiungere in modo rocambolesco nella ripresa e poi riassaporare la vittoria. La settimana dopo, l'1-1 contro i rivali dell'Inter diede ulteriore fiducia agli scaligeri per lo sprint finale: in poche settimane il Verona si portò a più tre, mentre i nerazzurri mollarono la presa e lasciarono il ruolo di inseguitrice al sorprendente Torino.

Dopo la vittoria per 3 a 0 ottenuta contro la Cremonese fanalino di coda, le lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici divennero cinque e salirono addirittura a sei la domenica successiva: Il Verona tornò con un prezioso punto da Marassi, mentre il Torino perse nel derby della Mole contro la Juventus e l'Inter crollò ad Udine. La sconfitta subita dagli scaligeri nello scontro diretto contro i torinesi sembrò riaprire i giochi, ma la vittoria ottenuta dal Verona due settimane dopo contro la Lazio tolse ogni speranza alle avversarie per il titolo. Il 12 maggio il pareggio di Bergamo (1-1) consegnò infine lo scudetto all'Hellas Verona che vinse il suo primo titolo.

In una stagione non all'altezza delle aspettative, la Juventus sesta classificata vinse la sua prima Coppa dei Campioni nella tragica serata dell'Heysel e Michel Platini diventò capocannoniere per il terzo anno consecutivo, eguagliando l'impresa precedentemente riuscita a Gunnar Nordahl. A fine stagione gli esiti delle varie coppe riportarono inoltre il Milan nel suo tradizionale palcoscenico europeo dopo cinque tribolatissimi anni di assenza.

Non regalò molte emozioni la lotta per la permanenza in Serie A, che coinvolse anche la deludente Udinese: l'Ascoli si arrese nel finale e ritornò in B dopo sette anni, raggiungendo la Lazio e la Cremonese, che concluse sul fondo il primo campionato in massima serie da 54 anni a questa parte.

Classifica finale

1. Verona 43 30 15 13 2 42 19
2. Torino 39 30 14 11 5 36 22
3. Inter 38 30 13 12 5 42 28
4. Sampdoria 37 30 12 13 5 36 21
5. Milan 36 30 12 12 6 31 25
6. Juventus 36 30 11 14 5 48 33
7. Roma 34 30 10 14 6 33 25
8. Napoli 33 30 10 13 7 34 29
9. Fiorentina 29 30 8 13 9 33 31
10. Atalanta 28 30 5 18 7 20 32
11. Como 25 30 6 13 11 17 27
12. Udinese 25 30 10 5 15 43 46
13. Avellino 25 30 7 11 12 27 33
14. Ascoli 22 30 4 14 12 24 40
15. Lazio 15 30 2 11 17 16 45
16. Cremonese 15 30 4 7 19 22 48


Classifica dei marcatori

Giocatore Squadra Nazionalità Reti Rigori
1º Michel Platini Juventus 18 4
2º Alessandro Altobelli Inter 17 3
3º Diego Armando Maradona Napoli 14 4
4º Massimo Briaschi Juventus 12 -
5º Ricardo Daniel Bertoni Napoli 11 -
Giuseppe Galderisi Verona 11 4
7º Hans-Peter Briegel Verona 9 -
Aldo Serena Torino 9 -
Pietro Paolo Virdis Milan 9 -
10º Preben Elkjær Larsen Verona 8 -
Roberto Pruzzo Roma 8 3
Karl-Heinz Rummenigge Inter 8 -

http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A_1984-1985

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


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rabbi , un opinione su briegel ed elkjaer larsen?


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Pierino Fanna !!

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Conta solo la maglia. E solo i tifosi la portano tutta la vita. Immagine


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Pettinato già come me! :rulez

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Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un´oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!


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Verona Campione d'Italia 1984/85

http://www.youtube.com/watch?v=Ve-RkW2ibX8

video straordinerio.

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