Non se lo è inventato, è quello che tutti hanno pensato in partita e confermo la stessa cosa. Era padrone del centrocampo nonostante non fosse il Matthaus del 90 e si arrabbiò quando uscì considerandola una leggerezza. E poi il MU segnò su calcio da fermo.

Giocatore n°10 di base, con i tempi dell'attaccante (mai esistito un giocatore simile) ed una visione di gioco direi da regista. Questo tecnicamente.

Poi fu il giocatore che più di tutti alzò il livello delle proprie squadre come nessun altro, facendo in modo che i suoi compagni fossero ognuno leader.

«Lothar aveva quattro anni meno di suo fratello Wolfgang che cercava di imitare in tutto. Però aveva un problema: stentava a crescere. Era piccolo e gracile, almeno in apparenza. Quando si trattava di formare le immancabili due squadre con i suoi compagni c'era spesso chi lo escludeva. Ed allora Lothar tornava a casa in lacrime sfogandosi con me, rimproverandomi di averlo fatto così. Mi diceva che siccome io ero piccola sarebbe rimasto piccolo anche lui. E io a questo punto dovevo armarmi di pazienza per tranquillizzarlo, per fargli capire che non era un problema. Vedi Lothar, gli dicevo, Vogts e Simonsen (che erano i suoi idoli) sono piccoli eppure in campo non li ferma mai nessuno».

Katharina, la mamma di Lothar Matthäus, su "Inter Football Club" n° 3 del marzo 1990.