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MessaggioInviato: mar 25 dic 2007, 17:16 
se non sbaglio allenatore compreso :asd :asd


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MessaggioInviato: mar 25 dic 2007, 17:25 
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Dopato pure lui :asd

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Signori e signore Che giocatore Cristiano Ronaldo !!...che Giocatore Cristiano Ronaldo !!..io credo che non ci trovavamo davanti un giocatore simile dai tempi di Evaristo Beccalossi.


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MessaggioInviato: ven 28 dic 2007, 21:09 
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Ilgiallo cmq non fu mai risolto. Dall'ospedale uscirono puliti puliti.

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(George Bernard Shaw)


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MessaggioInviato: gio 14 feb 2008, 1:49 
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non si puo' dire con certezza se ci fu o no il doping.....il testosterone comunque gia' esisteva..anche se era ai primi studi e il suo effetto dopante ancora da dimostrare.....bisogna pero' ricordare che Puskas affronto' la finale venendo da un infortunio subito propio contro i tedeschi nella prima fase ( vittoria ungherese per 8-3 ) Sebes non se la senti' di negare la finale alla sua stella....ma purtroppo nel corso della finale l'infortunio di Puskas si riacutizzo' ( non erano permesse ancora le sostituzioni ) e gioco' tutto il secondo tempo zoppicando... nonostante cio' segno' anche il gol del pareggio ma l'arbitro lo annullo' per fuorigico..credo che con il colonnello in buone condizioni la storia sarebbe stata diversa.

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


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 Oggetto del messaggio: Re: Le origini del calcio
MessaggioInviato: lun 3 mar 2008, 14:58 
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Reg. il: gio 21 apr 2005
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Marco Bode ha scritto:
Sono i ruoli primordiali del calcio, quando le differenze di ruolo erano nitide, la caratterizzazione dei moduli anche, e si potevano valutare con molta più chiarezza le caratteristiche dei singoli giocatori. Questo perché la marcatura a zona non esisteva (fu applicata per la prima volta in Brasile e in Argentina nella prima metà degli Anni 40), si utilizzava solo la marcatura a uomo (il Sistema prevedeva addirittura un duello uno contro uno in ogni settore del campo essendo un modulo speculare tra difesa e attacco: i due terzini sulle ali, mediocentro su centravanti, i due mediani sistemisti sulle due mezzali sistemiste e viceversa) e dunque l'incidenza di una singola prestazione di un giocatore finiva con l'incidere molto di più sulla resa collettiva. Il calcio oggi è molto cambiato e si è molto evoluto ma per valutare la statura di un giocatore personalmente cerco sempre di rapportare le sue caratteristiche di gioco ai ruoli base, credendo così dal mio punto di vista di ottenere un giudizio di un certo valore critico. Forse è un po' difficile da spiegare, spero di essere stato il più possibile chiaro.

Allora.

Il portiere è il ruolo che meno ha subito cambiamenti nella storia, e poi è un giocatore sui generis, diverso da tutti gli altri. Lasciamolo perdere.

Ecco in breve i compiti dei giocatori nel Metodo WW.

I terzini metodisti sono i due punti bassi della seconda W (ricordiamo che entrambi i moduli vanno sempre visti dall'alto). Sono liberi da compiti di marcatura, in sostanza rappresentano l'antesignano del battitore libero. Il compito dei terzini metodisti è quello di presidiare l'area di rigore, intervenire in seconda battuta quando i marcatori davanti a loro steccano, proteggere le spalle del portiere. Lasciamo qui perdere le successive distinzioni tra terzino volante e terzino di posizione.

Davanti a loro agiscono il centromediano metodista (raffigurato come il punto centrale della seconda W), e i due mediani laterali che sono i punti esterni della seconda W.

Il centromediano metodista è un ruolo cardine, in quanto ha la funzione di marcatore del centravanti avversario e contemporaneamente è il primo regista della squadra, e deve quindi servire l'attacco in fase di possesso palla con lanci al millimetro e aperture lungo le fasce. Si capisce dunque che un grande centromediano metodista deve possedere qualità difensive, tecniche, dinamiche e di visione del gioco in considerevole quantità. Un grande centromediano metodista non è giocatore da poco, anzi.

I due mediani metodisti hanno il compito di controllare le ali avversarie. Una specie di terzini in un moderno 4-4-2.

Il centrocampo nel Metodo non esiste, o meglio non esiste come settore dominante, in quanto le funzioni del reparto vengono in parte surrogate dal centromediano e dai due mediani laterali (come visto) e in parte dalle mezzali metodiste, che nel disegno costituiscono i punti bassi della prima W.

Le mezzali metodiste sono libere da marcature ad personam. Devono servire il centravanti e le ali ed essere al contempo pericolosi e puntuali in zona gol. Devono possedere mezzi tecnici e dinamici fuori dal comune, in quanto costituiscono l'asse portante della manovra offensiva. A loro è chiesto il compito di inventare e segnare a getto continuo in attacco.

Le due ali sono i punti laterali del tridente della prima W. Devono attendere di norma il lancio del centromediano metodista o l'assist illuminante delle mezzali, quindi tentare di superare il proprio marcatore (che è il mediano laterale avversario), andare sul fondo e crossare per il centravanti; oppure anche accentrarsi per assistere l'inserimento in zona gol delle mezzali e provare a concludere anch'esse a rete personalmente. Tenendo sempre d'occhio i terzini metodisti che, essendo liberi da compiti di marcatura diretta, possono intervenire e contrastarli in seconda battuta.

Il centravanti è il terminale ultimo della manovra. Il ruolo presuppone le più svariate tipologie di centravanti, che dunque può essere potente, rapace, elegante, tecnico, manovriero, votato solo alla finalizzazione... Sfrutta gli assist delle mezzali, i cross delle ali. Affronta direttamente il centromediano metodista, suo marcatore diretto, e se la vede in seconda battuta con i due terzini metodisti.

Ecco i compiti nel Sistema WM.

I grandi cambiamenti avvengono soprattutto in difesa. La partita è trasformata come accennavo nel cappello introduttivo in una serie di duelli individuali.

I due terzini sistemisti, che nel Metodo erano appunto in mezzo liberi da compiti di marcatura, vengono portati ai lati, nei punti bassi ed esterni della M. E a loro si chiede ora di marcare le ali (compito che nel Metodo spettava ai mediani laterali). Un terzino sistemista vede davanti a sè la corsia laterale libera da compagni e quindi, se particolarmente dotato sul piano della corsa, della tecnica e dell'intelligenza, è in grado di avventurarsi lungo tutta la fascia quando la sua squadra è in fase di possesso palla, ed arrivare anche sul fondo in attacco per scodellare invitanti cross (sostituendosi quindi all'ala classica). Quando però la squadra avversaria riconquista il possesso palla, il terzino sistemista deve essere pronto a rientrare in difesa e marcare l'ala. Il terzino sistemista è in pratica il cosiddetto terzino fluidificante.

Il centromediano sistemista viene arretrato nel cuore dell'area (raffigura il punto basso della M), ultimo baluardo davanti al portiere. Mantiene il compito di marcare il centravanti avversario, e se è il caso deve farlo in modo ancora più spietato del centromediano metodista in quanto alle sue spalle non vi sono più i due terzini metodisti pronti ad intervenire in seconda battuta. Il centromediano sistemista deve però assolvere solamente questo compito. Le funzioni di rilancio, le qualità tecniche e di visione del gioco a 360 gradi passano in altri ruoli che ora andremo ad analizzare.

I due mediani laterali vengono accentrati alle spalle delle mezzali e formano i due punti più alti della M. Insieme con le mezzali, che come detto sono davanti a loro in linea d'aria, costituiscono un quadrilatero. E' la nascita del centrocampo come reparto più importante e dominante del gioco. Ai mediani sistemisti si chiede di marcare le mezzali avversarie, ma anche se possibile di dare un aiuto atletico in fase di costruzione del gioco.

Le mezzali sistemiste restano i punti più bassi della W. Ma il loro raggio d'azione viene arretrato, in quanto:
A) a differenza delle mezzali metodiste sono marcate a uomo dai due mediani sistemisti avversari
B) devono assolovere il grosso del compito che prima spettava al centromediano metodista, cioè quello di rilanciare l'azione, dare manforte alla difesa, diventare i registi non solamente della fase d'attacco (come prima capitava alle mezzali metodiste) ma dell'intera manovra. In più, alla mezzala sistemista viene chiesto, nei limiti del possibile, di svolgere pure i compiti delle mezzali metodiste, quindi rifinire il gioco in attacco, servendo il centravanti e le ali, ed inserirsi con efficacia in zona gol. Dovendo però sobbarcarsi anche la mole di lavoro del centromediano metodista, e arretrando di qualche metro la propria posizione per formare il quadrilatero di centrocampo con i due mediani sistemisti, chiaramente la mezzala sistemista risulterà in fase offensiva un po' meno presente, un po' meno brillante e prolifica in termini di reti di una mezzala metodista. Come già nel Metodo può esistere la mezzala più dotata sul piano tecnico (e si chiamerà mezzala di regia) e la mezzala più dedita ad un lavoro oscuro e di raccordo (mezzala di spola).

Non variano i compiti prettamente tecnici e le caratteristiche delle ali e del centravanti nel Sistema rispetto al Metodo.

Il calcio è cambiato molto da allora ma come si vede in questo breve spaccato sui ruoli del Metodo e del Sistema vengono raffigurati tutti i compiti e tutte le mansioni che un giocatore deve saper svolgere e interpretare nelle diverse posizioni in campo anche oggi.

Alcuni esempi applicati a giocatori moderni:

Quando sento dire che Pirlo è un grande centromediano metodista, lo reputo un errore, in quanto il regista del Milan ha sì ottime doti di rilancio dell'azione e proprietà tecniche fuori dal comune; ma è sprovvisto totalmente o quasi totalmente della parte atletico-dinamica e lascia molto a desiderare (per usare un eufemismo...) in marcatura. Caratteristiche che invece come abbiamo visto sono il nerbo portante di questo ruolo non meno delle doti tecniche.
Pirlo nel Metodo avrebbe finito con il giocare da mezzala, ruolo dove fu provato con modesti risultati ad inizio carriera, in quanto con doti tecniche eccellenti per un centro-mediano ma normali per una mezzala, e con poca confidenza con il gol.
Nel Sistema Pirlo avrebbe finito con il giocare da mezzala, credo, ma anche qui con risultati a mio avviso poco soddisfacenti, in quanto abbiamo visto come la mezzala sistemista finisca con l'ereditare i compiti del centromediano metodista, e debba correre su e giù per il campo, dalla difesa all'attacco. Dovendo dunque fare affidamento su quelle doti di corsa e atletismo che Pirlo non ha.

Cannavaro è un superbo marcatore ma non ha la visione di gioco né ha qualità tecniche, di rilancio, di visione del gioco così evidenti per governare un reparto, sia da libero alle spalle di un pacchetto di marcatori, sia da mediocentro metodista. L'unico ruolo, in cui le sue doti da francobollatore arcigno e spietato avrebbero trovato piena rispondenza, sarebbe stato quello di centromediano sistemista.

Thuram e Paolo Maldini sono stati invece i difensori più completi a mio parere del calcio moderno. Thuram è stato uno dei più forti laterali di spinta al Mondo con la Francia (dunque sarebbe potuto essere un grande terzino sistemista di fascia destra), un ottimo marcatore (dunque un ottimo centromediano sistemista), un superbo direttore d'orchestra come centrale di una difesa a tre -> vedi gli anni di Parma, e un valido direttore d'orchestra di una difesa a quattro -> vedi Juve e nazionale francese da ultimo, (dunque avrebbe potuto interpretare molto bene i ruoli sia di terzino metodista sia eventualmente anche di centromediano metodista). Le stesse cose che ho detto di Thuram sono secondo me valide per Paolo Maldini. Ovviamente sul versante sinistro invece che su quello destro. Ma la sostanza è la medesima.

Bello,ma è meglio che fai uno schemino se no un ci si capisce un tubo :grin

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MessaggioInviato: lun 3 mar 2008, 15:24 
Rispondo io per Marco, riportando quello scritto in un altro topic:

METODO (WW)

L’innovazione storica trae origine da un cambiamento del regolamento per quanto riguarda il fuorigioco, avvenuto nel 1926. Fino ad allora la regola del fuorigioco prevedeva che dovessero esserci tre giocatori tra l'attaccante e la porta: bastava dunque che la squadra difendente facesse avanzare un solo difensore perché scattasse la trappola del fuorigioco.
Nella revisione messa in atto in quell’anno l'IFAB, decise di modificare la regola per favorire un maggior numero di marcature e, in definitiva, lo spettacolo: si passò dal fuorigioco, cosiddetto"a tre uomini" a quello "a due". Affinché l'attaccante fosse considerato "in gioco", dunque, doveva avere tra sé e la linea di porta almeno due giocatori avversari (uno dei quali era normalmente il portiere), e non più tre come in precedenza. La variazione sortì il suo effetto, e il numero dei goal crebbe considerevolmente. Per far fronte a ciò, vennero ideati due tattiche diverse, il sistema in Inghilterra e il metodo in Italia. Prendendo spunto e informazioni dal topic di Marco Bode sulle origini del calcio (http://calcio.leonardo.it/forum/viewtopic.php?t=34833), comincio a spiegare di quest’ultimo.
Il metodo fu ideato da Vittorio Pozzo e dall’amico rivale Hugo Meisl, in risposta alla precedente ideazione del sistema, che riteneva inapplicabile alle caratteristiche degli italiani, che non possedevano il fisico adatto ad una tattica tanto dispendiosa. Nasce da lì la cultura italiana del gioco “catenacciaro” (termine ante litteram), molto difensivista e poco spettacolare, che tuttavia ci ha fatto vincere quattro mondiali: solida difesa e lancio del centromediano verso le ali o mezze ali, che passavano al centravanti che finalizzava. Questo in non più di tre-quattro passaggi. Ecco il modulo metodista:

_____Ala Sinistra__________________Centravanti______________________Ala Destra


__________________Mezzala Sinistra___________Mezzala Destra



_________Mediano Sinistro________Centromediano____________Mediano Destro


___________________Terzino Sinistro__________Terzino Destro


_________________________________Portiere

Portiere: non credo di dover spiegare questo ruolo
Terzino metodista destro o di volata: aveva il compito di marcare il centrattacco avversario, cercando di impedirgli di segnare.
Terzino metodista sinistro o di posizione: era una sorta di battitore libero ante litteram: presidiava l'area, interveniva se sbagliava il terzino di di volata, proteggeva le spalle al portiere ed era libero da compiti di marcatura.
Centromediano o centrosostegno sistemista: il cardine della squadra, piazzato davanti ai terzini, colui che difende e rilancia l'azione contemporaneamente. Un buon centromediano deve saper difendere, essere tecnico, dinamico, fisico e avere grande visione di gioco. Un giocatore alla Beckenbauer, per intenderci.
Mediano laterale destro: aveva il compito di marcare l'ala sinistra avversaria. Una specie di terzino destro in un moderno 4-4-2.
Mediano laterale sinistro: aveva il compito di marcare l'ala destra avversaria. Una specie di terzino sinistro in un moderno 4-4-2.
Mezzala destra o interno destro metodista: libera da compiti di marcatura, doveva comunque saper aiutare la squadra in difesa e saper ripartire velocemente per servire la punta o concludere a rete. L'arretramento di questo giocatore dalla linea dell'attacco a quella fra attacco e mediani garantiva superiorità a centrocampo e maggior copertura alla difesa.
Mezzala sinistra o interno sinistro metodista: libera da compiti di marcatura, doveva comunque saper aiutare la squadra in difesa e saper ripartire velocemente per servire la punta o concludere a rete. L'arretramento di questo giocatore dalla linea dell'attacco a quella fra attacco e mediani garantiva superiorità a centrocampo e maggior copertura alla difesa.
Ala destra: deve attendere di norma il lancio del centromediano metodista o l'assist illuminante delle mezzali, quindi tentare di superare il proprio marcatore (che è il mediano laterale sinistro avversario), andare sul fondo e crossare per il centravanti; oppure anche accentrarsi per assistere l'inserimento in zona gol delle mezzali e provare a concludere anch'esse a rete personalmente. Tenendo sempre d'occhio i terzini metodisti che, essendo liberi da compiti di marcatura diretta, possono intervenire e contrastarli in seconda battuta.
Ala sinistra: deve attendere di norma il lancio del centromediano metodista o l'assist illuminante delle mezzali, quindi tentare di superare il proprio marcatore (che è il mediano laterale destro avversario), andare sul fondo e crossare per il centravanti; oppure anche accentrarsi per assistere l'inserimento in zona gol delle mezzali e provare a concludere anch'esse a rete personalmente. Tenendo sempre d'occhio i terzini metodisti che, essendo liberi da compiti di marcatura diretta, possono intervenire e contrastarli in seconda battuta.
Centravanti:è il terminale ultimo della manovra. Il ruolo presuppone le più svariate tipologie di centravanti, che dunque può essere potente, rapace, elegante, tecnico, manovriero, votato solo alla finalizzazione... Sfrutta gli assist delle mezzali, i cross delle ali. Affronta direttamente sia il centromediano metodista che il terzino di volata, e se la vede in seconda battuta con il terzino di posizione.

Rispetto alla Piramide di Cambridge, sempre da tenere come riferimento, le mezzali vengono portate a fare da raccordo fra seconda e prima linea, portandosi dietro i numeri 8 e 10.

_______________11__________________9____________________7

________________________10___________________8

________________6__________________5___________________4

_________________________3___________________2

___________________________________1

SISTEMA (MW)
Sempre rifacendomi al topic di Marco Bode, vediamo ora il sistema.
Il sistema, ideato da Chapman in Inghilterra, prevedeva diversi radicali cambiamenti rispetto alla piramide (2-3-5) in precedenza usata universalmente. Il centromediano venne infatti arretrato sulla linea dei difensori. Gli furono assegnati il nome di centre back ed il compito di opporsi direttamente all'azione del centre-forward (centravanti) avversario: era nato lo stopper; i due terzini si allargarono sulle fasce laterali a controllare le ali avversarie. Poiché le squadre spesso erano speculari, la marcatura avveniva "a uomo" e non più "a zona" come in precedenza.
Per rinsaldare la linea dei mediani, passati da tre a due, i due interni (o mezze ali), che nella piramide giocavano in linea con gli altri tre attaccanti, vennero arretrati verso il centrocampo. Il loro ruolo mutava: da finalizzatori puri diventavano anzitutto dei "suggeritori": giocatori in grado di formare una cerniera tra il reparto arretrato e quello avanzato; erano cioè gli uomini in grado di effettuare il cosiddetto "ultimo passaggio" all'attaccante lanciato a rete. Il reparto di mezzo si trovava così ad essere costituito da quattro giocatori che formavano un quadrilatero: vi erano i due mediani, più arretrati, e le due mezze ali a supporto dei tre attaccanti. Il reparto avanzato era costituito dal centravanti (o "centrattacco"), e dalle due ali, che avevano compiti strettamente offensivi e solo in seguito inizieranno a diventare più centrocampisti che attaccanti.
Il calcio stava entrando nella sua età adulta: si passava dalla tattica del kick and run ("calcia e corri": i difensori effettuavano lanci lunghi per servire la folta schiera degli attaccanti che si avventavano sulla palla) a quello che gli inglesi battezzarono carpet football, il "calcio sul tappeto", fondato sul possesso del pallone, sempre giocato rasoterra con numerosi e brevi passaggi ed una manovra costruita con perizia. I ruoli andavano definendosi e assumevano l'aspetto che per certi versi conservano tutt'oggi. Soprattutto, il centrocampo diventava la zona nevralgica nella quale si decidevano le sorti della partita.

Riepiloghiamo così i ruoli:

_____Ala Sinistra____________________Centravanti______________________Ala Destra

________________Mezzala Sinistra_____________________Mezzala Destra

_________________Mediano______________________________Mediano

____________Terzino Sinistro___________Stopper______________Terzino Destro

____________________________________Portiere

I due terzini sistemisti, che nel Metodo erano appunto in mezzo liberi da compiti di marcatura, vengono portati ai lati, nei punti bassi ed esterni della M. E a loro si chiede ora di marcare le ali (compito che nel Metodo spettava ai mediani laterali). Un terzino sistemista vede davanti a sè la corsia laterale libera da compagni e quindi, se particolarmente dotato sul piano della corsa, della tecnica e dell'intelligenza, è in grado di avventurarsi lungo tutta la fascia quando la sua squadra è in fase di possesso palla, ed arrivare anche sul fondo in attacco per scodellare invitanti cross (sostituendosi quindi all'ala classica). Quando però la squadra avversaria riconquista il possesso palla, il terzino sistemista deve essere pronto a rientrare in difesa e marcare l'ala. Il terzino sistemista è in pratica il cosiddetto terzino fluidificante.

Il centromediano sistemista viene arretrato nel cuore dell'area (raffigura il punto basso della M), ultimo baluardo davanti al portiere. Mantiene il compito di marcare il centravanti avversario, e se è il caso deve farlo in modo ancora più spietato del centromediano metodista in quanto alle sue spalle non vi sono più i due terzini metodisti pronti ad intervenire in seconda battuta. Il centromediano sistemista deve però assolvere solamente questo compito. Le funzioni di rilancio, le qualità tecniche e di visione del gioco a 360 gradi passano in altri ruoli che ora andremo ad analizzare.

I due mediani laterali vengono accentrati alle spalle delle mezzali e formano i due punti più alti della M. Insieme con le mezzali, che come detto sono davanti a loro in linea d'aria, costituiscono un quadrilatero. E' la nascita del centrocampo come reparto più importante e dominante del gioco. Ai mediani sistemisti si chiede di marcare le mezzali avversarie, ma anche se possibile di dare un aiuto atletico in fase di costruzione del gioco.

Le mezzali sistemiste restano i punti più bassi della W. Ma il loro raggio d'azione viene arretrato, in quanto:
a) a differenza delle mezzali metodiste sono marcate a uomo dai due mediani sistemisti avversari
a) devono assolovere il grosso del compito che prima spettava al centromediano metodista, cioè quello di rilanciare l'azione, dare manforte alla difesa, diventare i registi non solamente della fase d'attacco (come prima capitava alle mezzali metodiste) ma dell'intera manovra. In più, alla mezzala sistemista viene chiesto, nei limiti del possibile, di svolgere pure i compiti delle mezzali metodiste, quindi rifinire il gioco in attacco, servendo il centravanti e le ali, ed inserirsi con efficacia in zona gol. Dovendo però sobbarcarsi anche la mole di lavoro del centromediano metodista, e arretrando di qualche metro la propria posizione per formare il quadrilatero di centrocampo con i due mediani sistemisti, chiaramente la mezzala sistemista risulterà in fase offensiva un po' meno presente, un po' meno brillante e prolifica in termini di reti di una mezzala metodista. Come già nel Metodo può esistere la mezzala più dotata sul piano tecnico (e si chiamerà mezzala di regia) e la mezzala più dedita ad un lavoro oscuro e di raccordo (mezzala di spola).

Non variano i compiti prettamente tecnici e le caratteristiche delle ali e del centravanti nel Sistema rispetto al Metodo.

Questo è stato penosamente e totalmente copiato dal topic di Marco, non me ne voglia

Il centromediano arretra sulla linea dei terzini, portandosi dietro il 5, e i due mediani si accentrano:


______________11__________________9____________________7

________________________10___________________8

_________________________6___________________4

__________________3_________________5________________2

____________________________________1


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MessaggioInviato: sab 3 ago 2019, 11:44 
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Marco Bode ha scritto:

Se ti riferisci al primo e più celebre, fu una delle colonne del Grande Uruguay Anni '30, la squadra de “Gli Invincbili” come fu soprannominata, sei anni ininterrotti sul tetto del Mondo, due Olimpiadi (quando erano aperte a tutti, dilettanti e professionisti),


Non erano aperte ai professionisti. Solo da Los Angeles 1984 essi vennero ufficialmente ammessi. Prima i Giochi Olimpici erano riservati solo ai dilettanti.


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: dom 11 ago 2019, 21:06 
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Marco Bode ha scritto:
L'uruguayano Andrade, per esempio, ribattezzato "La meraviglia nera" dalla stampa francese dopo le Olimpiadi del 1928


Dopo le Olimpiadi di Parigi 1924 per la precisione.


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