Sono i ruoli primordiali del calcio, quando le differenze di ruolo erano nitide, la caratterizzazione dei moduli anche, e si potevano valutare con molta più chiarezza le caratteristiche dei singoli giocatori. Questo perché la marcatura a zona non esisteva (fu applicata per la prima volta in Brasile e in Argentina nella prima metà degli Anni 40), si utilizzava solo la marcatura a uomo (il Sistema prevedeva addirittura un duello uno contro uno in ogni settore del campo essendo un modulo speculare tra difesa e attacco: i due terzini sulle ali, mediocentro su centravanti, i due mediani sistemisti sulle due mezzali sistemiste e viceversa) e dunque l'incidenza di una singola prestazione di un giocatore finiva con l'incidere molto di più sulla resa collettiva. Il calcio oggi è molto cambiato e si è molto evoluto ma per valutare la statura di un giocatore personalmente cerco sempre di rapportare le sue caratteristiche di gioco ai ruoli base, credendo così dal mio punto di vista di ottenere un giudizio di un certo valore critico. Forse è un po' difficile da spiegare, spero di essere stato il più possibile chiaro.
Allora.
Il portiere è il ruolo che meno ha subito cambiamenti nella storia, e poi è un giocatore sui generis, diverso da tutti gli altri. Lasciamolo perdere.
Ecco in breve i compiti dei giocatori nel Metodo WW.
I terzini metodisti sono i due punti bassi della seconda W (ricordiamo che entrambi i moduli vanno sempre visti dall'alto). Sono liberi da compiti di marcatura, in sostanza rappresentano l'antesignano del battitore libero. Il compito dei terzini metodisti è quello di presidiare l'area di rigore, intervenire in seconda battuta quando i marcatori davanti a loro steccano, proteggere le spalle del portiere. Lasciamo qui perdere le successive distinzioni tra terzino volante e terzino di posizione.
Davanti a loro agiscono il centromediano metodista (raffigurato come il punto centrale della seconda W), e i due mediani laterali che sono i punti esterni della seconda W.
Il centromediano metodista è un ruolo cardine, in quanto ha la funzione di marcatore del centravanti avversario e contemporaneamente è il primo regista della squadra, e deve quindi servire l'attacco in fase di possesso palla con lanci al millimetro e aperture lungo le fasce. Si capisce dunque che un grande centromediano metodista deve possedere qualità difensive, tecniche, dinamiche e di visione del gioco in considerevole quantità. Un grande centromediano metodista non è giocatore da poco, anzi.
I due mediani metodisti hanno il compito di controllare le ali avversarie. Una specie di terzini in un moderno 4-4-2.
Il centrocampo nel Metodo non esiste, o meglio non esiste come settore dominante, in quanto le funzioni del reparto vengono in parte surrogate dal centromediano e dai due mediani laterali (come visto) e in parte dalle mezzali metodiste, che nel disegno costituiscono i punti bassi della prima W.
Le mezzali metodiste sono libere da marcature ad personam. Devono servire il centravanti e le ali ed essere al contempo pericolosi e puntuali in zona gol. Devono possedere mezzi tecnici e dinamici fuori dal comune, in quanto costituiscono l'asse portante della manovra offensiva. A loro è chiesto il compito di inventare e segnare a getto continuo in attacco.
Le due ali sono i punti laterali del tridente della prima W. Devono attendere di norma il lancio del centromediano metodista o l'assist illuminante delle mezzali, quindi tentare di superare il proprio marcatore (che è il mediano laterale avversario), andare sul fondo e crossare per il centravanti; oppure anche accentrarsi per assistere l'inserimento in zona gol delle mezzali e provare a concludere anch'esse a rete personalmente. Tenendo sempre d'occhio i terzini metodisti che, essendo liberi da compiti di marcatura diretta, possono intervenire e contrastarli in seconda battuta.
Il centravanti è il terminale ultimo della manovra. Il ruolo presuppone le più svariate tipologie di centravanti, che dunque può essere potente, rapace, elegante, tecnico, manovriero, votato solo alla finalizzazione... Sfrutta gli assist delle mezzali, i cross delle ali. Affronta direttamente il centromediano metodista, suo marcatore diretto, e se la vede in seconda battuta con i due terzini metodisti.
Ecco i compiti nel Sistema WM.
I grandi cambiamenti avvengono soprattutto in difesa. La partita è trasformata come accennavo nel cappello introduttivo in una serie di duelli individuali.
I due terzini sistemisti, che nel Metodo erano appunto in mezzo liberi da compiti di marcatura, vengono portati ai lati, nei punti bassi ed esterni della M. E a loro si chiede ora di marcare le ali (compito che nel Metodo spettava ai mediani laterali). Un terzino sistemista vede davanti a sè la corsia laterale libera da compagni e quindi, se particolarmente dotato sul piano della corsa, della tecnica e dell'intelligenza, è in grado di avventurarsi lungo tutta la fascia quando la sua squadra è in fase di possesso palla, ed arrivare anche sul fondo in attacco per scodellare invitanti cross (sostituendosi quindi all'ala classica). Quando però la squadra avversaria riconquista il possesso palla, il terzino sistemista deve essere pronto a rientrare in difesa e marcare l'ala. Il terzino sistemista è in pratica il cosiddetto terzino fluidificante.
Il centromediano sistemista viene arretrato nel cuore dell'area (raffigura il punto basso della M), ultimo baluardo davanti al portiere. Mantiene il compito di marcare il centravanti avversario, e se è il caso deve farlo in modo ancora più spietato del centromediano metodista in quanto alle sue spalle non vi sono più i due terzini metodisti pronti ad intervenire in seconda battuta. Il centromediano sistemista deve però assolvere solamente questo compito. Le funzioni di rilancio, le qualità tecniche e di visione del gioco a 360 gradi passano in altri ruoli che ora andremo ad analizzare.
I due mediani laterali vengono accentrati alle spalle delle mezzali e formano i due punti più alti della M. Insieme con le mezzali, che come detto sono davanti a loro in linea d'aria, costituiscono un quadrilatero. E' la nascita del centrocampo come reparto più importante e dominante del gioco. Ai mediani sistemisti si chiede di marcare le mezzali avversarie, ma anche se possibile di dare un aiuto atletico in fase di costruzione del gioco.
Le mezzali sistemiste restano i punti più bassi della W. Ma il loro raggio d'azione viene arretrato, in quanto:
A) a differenza delle mezzali metodiste sono marcate a uomo dai due mediani sistemisti avversari
B) devono assolovere il grosso del compito che prima spettava al centromediano metodista, cioè quello di rilanciare l'azione, dare manforte alla difesa, diventare i registi non solamente della fase d'attacco (come prima capitava alle mezzali metodiste) ma dell'intera manovra. In più, alla mezzala sistemista viene chiesto, nei limiti del possibile, di svolgere pure i compiti delle mezzali metodiste, quindi rifinire il gioco in attacco, servendo il centravanti e le ali, ed inserirsi con efficacia in zona gol. Dovendo però sobbarcarsi anche la mole di lavoro del centromediano metodista, e arretrando di qualche metro la propria posizione per formare il quadrilatero di centrocampo con i due mediani sistemisti, chiaramente la mezzala sistemista risulterà in fase offensiva un po' meno presente, un po' meno brillante e prolifica in termini di reti di una mezzala metodista. Come già nel Metodo può esistere la mezzala più dotata sul piano tecnico (e si chiamerà mezzala di regia) e la mezzala più dedita ad un lavoro oscuro e di raccordo (mezzala di spola).
Non variano i compiti prettamente tecnici e le caratteristiche delle ali e del centravanti nel Sistema rispetto al Metodo.
Il calcio è cambiato molto da allora ma come si vede in questo breve spaccato sui ruoli del Metodo e del Sistema vengono raffigurati tutti i compiti e tutte le mansioni che un giocatore deve saper svolgere e interpretare nelle diverse posizioni in campo anche oggi.
Alcuni esempi applicati a giocatori moderni:
Quando sento dire che Pirlo è un grande centromediano metodista, lo reputo un errore, in quanto il regista del Milan ha sì ottime doti di rilancio dell'azione e proprietà tecniche fuori dal comune; ma è sprovvisto totalmente o quasi totalmente della parte atletico-dinamica e lascia molto a desiderare (per usare un eufemismo...) in marcatura. Caratteristiche che invece come abbiamo visto sono il nerbo portante di questo ruolo non meno delle doti tecniche.
Pirlo nel Metodo avrebbe finito con il giocare da mezzala, ruolo dove fu provato con modesti risultati ad inizio carriera, in quanto con doti tecniche eccellenti per un centro-mediano ma normali per una mezzala, e con poca confidenza con il gol.
Nel Sistema Pirlo avrebbe finito con il giocare da mezzala, credo, ma anche qui con risultati a mio avviso poco soddisfacenti, in quanto abbiamo visto come la mezzala sistemista finisca con l'ereditare i compiti del centromediano metodista, e debba correre su e giù per il campo, dalla difesa all'attacco. Dovendo dunque fare affidamento su quelle doti di corsa e atletismo che Pirlo non ha.
Cannavaro è un superbo marcatore ma non ha la visione di gioco né ha qualità tecniche, di rilancio, di visione del gioco così evidenti per governare un reparto, sia da libero alle spalle di un pacchetto di marcatori, sia da mediocentro metodista. L'unico ruolo, in cui le sue doti da francobollatore arcigno e spietato avrebbero trovato piena rispondenza, sarebbe stato quello di centromediano sistemista.
Thuram e Paolo Maldini sono stati invece i difensori più completi a mio parere del calcio moderno. Thuram è stato uno dei più forti laterali di spinta al Mondo con la Francia (dunque sarebbe potuto essere un grande terzino sistemista di fascia destra), un ottimo marcatore (dunque un ottimo centromediano sistemista), un superbo direttore d'orchestra come centrale di una difesa a tre -> vedi gli anni di Parma, e un valido direttore d'orchestra di una difesa a quattro -> vedi Juve e nazionale francese da ultimo, (dunque avrebbe potuto interpretare molto bene i ruoli sia di terzino metodista sia eventualmente anche di centromediano metodista). Le stesse cose che ho detto di Thuram sono secondo me valide per Paolo Maldini. Ovviamente sul versante sinistro invece che su quello destro. Ma la sostanza è la medesima.
_________________ «...ricorda che se anche i nostri dirigenti ci danno per spacciati e dicono che sarebbero contenti anche se perdessimo 4-0, a me non interessa. Io oggi scendo in campo per vincere e voglio che quelli che scendono con me oggi abbiano lo stesso obiettivo. Se vedo qualcuno che non combatte questa battaglia, alla fine della partita dovrà vedersela con me. Fatti forza Ruben, quei duecentomila là fuori non giocano, guardano solamente».
Il capitano Obdulio Varela al giovane Ruben Moran prima della finale del Mondiale 50, Brasile 1 Uruguay 2
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