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 Oggetto del messaggio: Recensione Resident Evil 5
MessaggioInviato: lun 6 apr 2009, 19:45 
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Er Pupone Russo
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Tanto tempo fa

Sono trascorsi oramai ben tredici anni dall’uscita nei negozi del primo, terrificante, Resident Evil (al secolo conosciuto anche con il nome di Bio Hazard, nome che contraddistingueva la versione giapponese del gioco), per la indimenticabile PSOne. All’epoca il primo contatto con quel magnifico prodotto di Capcom fu a dir poco sconcertante, creando di fatto il genere dei survival horror come li concepiamo oggi e facendo proseliti tra i fan dei videogames di tutto il pianeta. Le peculiari caratteristiche di questa creazione, ideata e trasposta da Keiji Inafune e Shinji Mikami, erano le emozioni, a dir poco angoscianti, che il gioco riusciva a suscitare anche nel più navigato dei videogiocatori, con ambientazioni a dir poco claustrofobiche, oscuri e minacciosi silenzi misti ad improvvisi, quanto terrificanti, versi di creature immonde. Il primo, anzi i primi due, Resident Evil erano questo: un sapiente mix di level design, di suoni e, soprattutto, di ritmo. Incessante a tratti, troppo calmo per essere vero in altri frangenti, il “tempo” nella serie Resident Evil è sempre stato il vero fulcro del gioco, riuscendo sempre a sorprenderti, anche grazie ai famosi zombie che infestavano le varie location e grazie ai repentini cambi di ritmo, che si sono rivelati nel corso del tempo come chiave per il successo di un survival horror. Oggi ci troviamo dinnanzi a Resident Evil 5, ultimo episodio di una saga che ha contato diversi spin-off su varie console, e che riporta sul palcoscenico il caro vecchio (anche se sembra più giovane di prima) Chris Redfield, accompagnato dalla new entry Sheva (no, non è lo Shevchenko del Milan...).

Hey Brucie!

Ordunque è giunto il momento di iniziare l’analisi dettagliata di Resident Evil 5, ultima fatica di Capcom in ordine cronologico di tempo, che in questi mesi è sempre stato al centro dell’attenzione dei fan e dei media grazie ad una sapiente campagna pubblicitaria, che ha concesso brandelli di informazioni per far lievitare considerevolmente l’hype. Sicuramente quest’ultima è cresciuta a dismisura, ma statene certi non è l’unica cosa ad essere aumentata! Un signore di nome Zdenek Zeman (continuando l’indiretta citazione calcistica) si sarebbe certamente posto il problema: Chris Redfield fa uso di sostanze dopanti al fine di alterare le sue prestazioni? In passato era, visivamente, un comune ragazzo, dalla corporatura abbastanza esile, mentre in Resident Evil 5 sembra che il caro Chris si sia lasciato andare e abbia presenziato un pò troppo ai festini da palestrati organizzati dal simpatico Brucie di Grand Theft Auto IV, sfoggiando due bicipiti grossi come uno scaldabagno.

La grafica

Sorvolando sulle fattezze esteriori di Chris (che è il classico soldato figo...banale clichè), è bene iniziare ad addentrarci in profondità in quelle che sono le principali caratteristiche tecniche, i pregi ed i difetti di questo titolo. Ad una più attenta analisi si evince senza ombra di dubbio che il vero punto forte di questo Resident Evil 5 risiede nel comparto grafico, dove è possibile notare un grande sforzo da parte di Capcom, con una grafica apparentemente da urlo, in grado di competere con le recenti produzioni per PlayStation 3 ed Xbox 360, con buone textures e ottime animazioni. Appunto, apparentemente. Perchè di fatto Resident Evil 5, seppur in possesso di notevoli qualità in campo grafico, presenta una serie di, gravi, difetti che ne minano il giudizio complessivo in questo campo. Il più grave di tutti è forse la piattissima palette di colori scelta dagli uomini Capcom, che donano a RE5 un aspetto serioso ma che risulta essere alla lunga eccessivamente monocorde e banale. Un pò come i registi che, volendo fare un film dark, abusano di location con scarsa illuminazione. Come se non bastasse sono state riscontrate nel corso della prova sostanziali difetti, che per PlayStation 3 sono riscontrabili alcuni elementi ed alcune textures meno definiti rispetto a quanto è visibile nell’ambiente circostante, differenze ancor più marcate se confrontate con la versione Xbox 360, che risulta più definita in alcuni frangenti. Tuttavia anche la versione per 360 presenta un sostanziale, e grave, difetto: non di rado capita di notare del fastidiosissimo tearirg nelle scene più concitate, che spacca letteralmente in due lo schermo per alcuni, tediosissimi, istanti. Scarsa anche l’interazione a livello visivo con i vari oggetti presenti nell’ambiente, che eccetto pochi casi (come i fori di proiettile nei muri), risulta essere quasi del tutto assente.

Il gameplay: fardello del passato, la condanna dal futuro

Purtroppo Resident Evil 5, diciamolo subito, non è quanto ci aspettavamo. Ben lontano dai fasti d’un tempo, la saga ha vissuto momenti altalenanti, con picchi qualitativi estremi e con altrettante cadute di tono: questo quinto capitolo è, ahinoi, probabilmente più vicino a questi ultimi casi. Riproporre praticamente in toto il gameplay di Resident Evil 4, tentando di mescolarlo con sprazzi ed idee ripresi da altri titoli di altri generi si dimostra in Resident Evil 5 un tentativo mal riuscito: un pizzico di action game, un pò di FPS, una manciata di TPS, inseguimenti che ricordano Motorstorm, sono ingredienti che ben difficilmente potrebbero essere mescolati insieme, soprattutto se il prodotto a cui è destinato questo “esperimento” è un classico che conta milioni di fan in tutto il mondo. La meccanica di gioco, eccessivamente votata alla fuga (scelta quasi obbligata nella maggior parte delle occasioni, per colpa della scellerata scelta di mantenere il PG immobile mentre si mira con l’arma da fuoco) strizza l’occhio a questa recente tendenza nel realizzare prodotti accessibili a tutti e relativamente semplici, altresì chiamati con il vezzeggiativo “commercialata”. Ecco dunque sparire quasi del tutto i mitici indovinelli/puzzle che da sempre caratterizzano la saga, cui fa seguito la nuova grande novità: Sheva, la compagna che ci porterà a spasso sin dall’inizio del gioco. Questa nuova eroina è di fatto un valido aiuto nel corso delle missioni, poichè, oltre a contribuire all’eliminazione degli zombie, ci fornirà aiuto nell’attivazione di interruttori e ci rifornirà con il bene primario che, come in ogni Resident Evil, non è l’acqua: piombo, possibilmente a forma di proiettili. Proprio questo è uno dei fattori che differenziano questo nuovo capitolo dai predecessori, distruggendo quella peculiare caratteristica che ossessionava tutti i giocatori: il numero delle munizioni. Nei precedenti capitoli era un miracolo se di avevano 10 colpi di pistola ed un paio con lo shotgun, ora non è più così e, ne siamo certi, Rambo potrebbe avere meno colpi di voi. Per di più, ed è aggravante, i proiettili presenti nel gioco sono indicati benissimo (ci manca solo il cartello luminoso “Bullets for You”), rendendo di fatto nulle le emozioni che derivavano dai pochi colpi a disposizione , emozioni presenti a iosa nei precedenti capitoli. Come se non bastassero questi “problemi”, gli uomini Capcom hanno avuto l’idea di mantenere il principale limite che da sempre contraddistingue la saga, rendendo impossibile sparare ai nemici mentre si mira. Una scelta che stona con la vocazione maggiormente action e sparatutto di Resident Evil 5 e che, assieme alle qualità da centometristi degli zombie, delinea un grosso limite nella varietà di approcci possibili per i videogiocatori (in sintesi: scappate, che è meglio). Peraltro, curiosamente, i nemici, che scattano e ci corrono incontro come se fossero una mandria impazzita, rallentano sensibilmente una volta arrivati nelle vicinanze. Non ci è dato sapere se sia ascrivibile ad un improvviso calo di zuccheri negli zombie o se si tratti di una incomprensibile scelta degli sviluppatori...noi propendiamo comunque per la seconda ipotesi. Purtroppo non è tutto, perchè altro problema, tutt’altro che irrilevante, è la monotonia nell’ambito del level design che si trova lungo tutto l’arco dell’avventura, con location molto simili tra loro, centinaia di nemici contro (tutti scemi come delle scimmie peraltro, vista la non certo brillante IA nemica) ed una sconcertante omogeneità nelle tipologie di missioni. Sebbene si colleghi molto bene con le storie dei precedenti capitoli, Resident Evil 5 è in ambito gameplay ed emozionale quanto di più distante si sia visto in ambito della tradizione della saga.

L’angolo di Freud

Ricordo ancora quello che è stato forse il momento più emozionante della mia “vita videoludica” come videogiocatore: l’ingresso nella centrale di polizia di Resident Evil 2. Ti guardi intorno, con il terrore che ci sia qualcosa, ma non c’è nulla. Apri il baule, dai una bella impolpata al tuo inventario (e, se la memoria non m’inganna, c’erano un pò di colpi per lo shotgun ed un erba medicinale), giri in fondo a sinistra dietro il paravento, quando ti vedi una cosa strisciare rapidamente davanti alla finestra. Non fai in tempo a capire cosa è, ma già te la stai facendo sotto. Apri la porta e parte la cut scene. Morto. Ben inteso, tre morti: Leon, Claire, morti sul campo, e il sottoscritto, le cui coronarie sono partite e hanno fatto il giro attorno all’orbita lunare. Tre volte. Questa era l’emozione di Resident Evil 2 e l’atmosfera che permeava la saga era la medesima. In Resident Evil 5 le cose sono cambiate molto, colpa dell’approccio action a cui Capcom ha puntato, depauperando il comparto emozionale del gioco, quasi completamente svuotato delle emozioni originarie. Di adrenalina ne proverete tanta, più di quella che si può provare in un normale FPS (tipo Resistance 2), proverete una certa frustrazione (perchè, alla fine, dovrete sempre scappare), ma di paura, beh, ne troverete ben poca. RE5 ha perso quasi del tutto l’anima survival horror che ne ha sancito il successo, lasciando spazio ad uno spirito ibrido tra uno sparatutto su binari ed una accozzaglia di altri generi. Questo non è Resident Evil e non è lo spirito di un survival, almeno per come siamo abituati. Il comparto sonoro non eccelle peraltro, con buoni effetti ma ben poche musiche degne di nota, e la modalità Mercenari online, comunque divertente, fanno da corredo a quanto proposto da Capcom.

In conclusione

Innanzitutto teniamo a precisare che nessuna scimmia è stata offesa e/o maltrattata nel corso della stesura di questa recensione. Fatta questa, doverosa, precisazione arriviamo al dunque e diciamo subito che, senza giri di parole, Capcom non ha centrato l’obiettivo. Almeno non quello dei fan della saga. Resident Evil 5 è un prodotto riuscito per metà, ricco di colpi di scena e farcito con una storia veramente interessante (anche se incomprensibile per i neofiti della saga), tuttavia le pecche di questo titolo sono sparse praticamente in ogni settore, a partire dall’ambito grafico, visivamente appariscente ma che, ad una attenta analisi, presenta lacune macroscopiche e tutt’altro che veniali. Il gameplay, forse vera e propria sciagura di questo quinto capitolo, è un fastidioso ibrido tra elementi del passato, coniugati con elementi di gameplay attuali, e condito da emozioni che non hanno nulla a che spartire con i generi survival ne tanto meno horror, evidenziando lapalissiane indecisioni in seno alla stessa Capcom circa la direzione da prendere. Il sonoro, già da un po’ di tempo, non eccelle (se non per gli effetti sonori) e tutto il resto sbiadisce nel ricordo di ciò che è stato in passato. Cosa dovrà essere Resident Evil da qui in avanti? Emblematiche le parole di Jun Takeuchi, che ha confermato sin da ora l’inversione di tendenza, il “reboot” della saga a partire dal sesto capitolo, che sarà profondamente diverso da Resident Evil 5, titolo da cui il geniale Shinji Mikami, autore del passati capitoli, ha preso le distanze. Di fatto questo RE5 è un buon gioco, che risulta essere però ben lontano dal valore che tutti quanti si aspettavano e, nonostante proponga una interessante modalità cooperativa (fruibile sia in locale che online, eliminando il problema dello split screen) non riesce ad innovare rispetto a Resident Evil 4, peccando in vari aspetti. La paura è altrove, speriamo che Mikami-sama torni presto.

:8) ..presto ne farò una io.. ;)

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ho finito resident evil...un capolavoro.. :roll :roll

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Sono passati 4 anni dall'ultimo capitolo della Saga. Resident Evil 4 offriva una nuova e fresca innovazione nell'intendere l'horror come lo conoscevamo in passato con gli altri capitoli della saga, un horror che iniziava a rasformarsi sempre di più in quel gioco quasi d'azione, che avrebbe sicuramente fatto storcere il naso agli amanti più accaniti dello stile di gioco dei vecchi Residene Evil. Stile di gioco creato nel 1996 con il primo capitolo i Bio Hazard(cosi si chiamava l'edizione giapponese) ch vedeva il giocatore muoversi in zone molto ristrette, buie, con le spalle quasi sempre al muro, e con poche possibilità di fuga, ambientazioni molto poco illuminate, a combattere contro i nemici storici per eccellenza della saga, gli Zombie. Resident Evil 5 riprende con larghissimo interesse la giocabilità e il sistema di gioco del 4 capitolo, offrendo poche innovazioni al comparto giocabilità, ma sicuramente molte sopratutto nella trama, e nella grafica.

Iniziamo col raccontare un pò la storia e la trama di questo gioco Capcom.

Chris Redfield, vecchio membro della S.T.A.R.S(lo abbiamo trovato nei primi due videogame della saga) ora come membro-fondatore della B.S.A.A. una società che combatte il traffico e terrorismo delle armi biologiche. Chris viene chamato in Africa, perche la situazionesta degenerando e tutto lascia presagire ce sicuramente ci sarà qualche nuova contaminazione da sterminare. Chris farà conoscenza del suo nuovo partner, Sheva Alomar, ragazza soldato che aiuterà molto il nostro personaggio durante la vicenda. I due si mettono in traccia dei terroristi bioligic, e il tutto combattendo contro gli abitanti dell'africa nera.....un ritorno al passato..

Il sistema di gioco come abbiamo detto non è poi cambiato, questo ci si aspettava dalle immagini passate nel corso del tempo, e sopratutto dai risultati ottenuti dal quarto capitolo della saga horror per eccellenza, senza però modificare piu di tanto i canoni del gioco, ad esempio ricaricare l'arma mentre si viene attaccati non sarà semplice, perche il nostro alter-ego non avrà la possibilità di muversi e quindi sarà piu complicato, cosi come quando andremo a fare fuoco, si mirerà ma il personaggio non si muove, saremo sempre con le spalle al muro e quindi la difficoltà e l'adrenalina aumenterà di sicuro. Il gioco è praticamente diventato un Action a tutti gli effetti, durante la narrazione avremo la possibilità di trovare sul campo(ovviamente nascoste) delle armi nuove, oltre alle cartuccie,granate e all'insostituibili piantine(verdi e rosse) che hanno caratterizzato la saga.

La grafica del gioco è sicuramente il fiore all'occhiello del titolo Capcom. Una grafica cosi su console ora l'abbiamo vista soltanto(forse in maniera meno eccentuata) in Metal Gear Solid 4, Gears of Wars e forse acorairragiungibile Killzone 2. Il gioco mostra degli effetti di luce molto sviluppati, avremo delle sequenze di gioco veramente di livello cinematografico. La pecca forse piu importante sta nel fatto che l'inteazione dei livelli non è molto sviluppata, oltre a sfasciare le casse per trovare munizioni e denaro, bucare i muri con gli spari e qualche bombolone di gas, non cè molta interazione con ciò che ci circonda, ma questo ha un pò sempre rappresentato il titolo. I modelli sono realizzati divinamente, Chris e Sheva sopratutto dal gioco alla computer grafica non cambiano praticamente per niente, modelli realizzati grandiosamente dagli sviluppatori, quelli dei nemici hanno un livello di dettaglio anch'esso alto, ma sono modelli molto ripetitivi nel gioco che non ne rovinano però l'ottima riuscita. Possiamo trovare un ampia rigiocabilità, il gioco avrà diversi livelli di difficoltà, e potremmo anche sfruttando l'online, avere la possibilità di cooperare con i nostri amici facendo la storia del gioco insieme,scegliendo uno dei due personaggi. Una volta finito il gioco pe la prima volta, ci sarà lòa possibilità di accedere alla modalità MERCENARI, ovvero dovremmo, prendend un personaggio, risovere delle quest di uccisione in un tempo limitato, per cercae di scalare il ranking mondiale. Una modalità presente nel 4 capitolo ma soltanto offline, che non è innovativa ma sicuramente piacevole. I momenti di Quick Time(pressione di un tasto in determinati filmati) saranno godibili e ben realizzati. Durante tutto il game, vremo la possibilita di poter usare torrette stile sparatutto, ad esempio per eliminare alcuni boss ci saranno molto utili. Il sistema giocabilità comunque funziona pienamente ed è ben realizzato secondo i canoni di tutta la saga


Il sonoro è ben fatto, avremo dei momenti dove saremo solo noi a contatto con la natura che ci circonda, a dei momenti dove una musica i sottofondo e le voci molto rumorose e strillanti dei nostri nemici, ci faranno scuramente guardare alle spalle e aumentare la nostra adrenalina.

Parliamo di Sheva e delsistema combo. Durante la nostra avventura saremo sempre supportati e seguiti da Sheva, la nostra partner ci aiuterà nell'aprire le casse per prendere gli oggetti, aprire porte lontane o prendere determinati oggetti, fino a uccidere i nemici per noi, e salvarci piu olte la vita. QUesto è il punto fondamentale della cooperazione ben riuscita del titolo, quando saremo in difficoltà e verremo attaccati e presi magari al collo da qualche nemico, premendo un tasto velocemente, Sheva farà una delle sue combo acrobatiche che ci permetterà di liberarci in pochissimo tempo, senza perdere molta energia, cosi noi dovremo fare spesso anche con lei. Quando si è in fin di vita, e la barra rossa va quasi ad esaurirsi Sheva ci darà una pacca sulla spalla per interrompere il movimento della barra evitando di morire all'istante. Cooperazione del gioco veramente ben riuscita, questo è sicuramente il risultato maggiore ottenuto dal titolo, mai vista una cosa simile.

Il titolo sicuramente è di ottima fattura, alterna dei momenti già visti con il passato capitolo, a dei momenti che sicuramente ci faranno rimanere attaccati alla sedia, sopratutto nei filmati di gioco che saranno qualitivamente e anche a livello filmistico molto ben fatti e godibilissimi. Pertanto il gioco rappresenta delle ripetizioni rispetto al 4, che si potevano cambiare, ma che di certo non ne rovinano l'esistenza, ovviamente gli appassionati della saga fino al 4 e innovativo capitolo, storceranno il naso una volta visto questo gioco, che sicuramente consiglio a tutti gli amanti degli action/horror, un titolo che oni possessore di Ps3 e XSbox360 a mio parere deve avere.

Giocabilità 9
Grafica 9
Sonoro 8
Longevita 8,5
Extra 8,5

Voto finale 9


by Sychev

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Bella recensione Sychev (ho letto solo la prima), però io lo definirei un quasi-capolavoro ;)
La questione della giocabilità non mi è proprio andata giù, e il fatto che ormai non sia piu un survival-horror ma una specie di sparatutto senza alcun enigma, lo ha reso meno bello dei primi capitoli sotto certi punti di vista ;)

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Si ma acquista una grande giocabilità di extra e comunque una storia veramente niente male...a me è piaciuto sinceramente come hanno modificato il gameplay... ;)

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A me non piu di tanto...
Sinceramente preferivo i vecchi resident evil, poche munizioni e piu enigmi ;)

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si..questo si..i Zombie erano storici..ma come è impostata la telecamera che finalmente non è piu fissa(alcuni amavano pero quella li) lo preferisco piu...grafica a parte e telecamera..OVVIAMENTE non si puo paragonare con i primi 3 resident..

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