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 Oggetto del messaggio: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 12:42 
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Reg. il: sab 18 ago 2007
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Non ho capito quale sarebbe il difetto intrinseco dei dialetti.
Al massimo se ne può fare una questione di gusti. Possono piacere, o meno, oppure può piacere un dialetto (o lingua locale) piuttosto che un altro, ma non è che il dialetto sia sbagliato ontologicamente, altrimenti potremmo dire lo stesso dell'italiano che ostacola la diffusione dell'inglese.

Senza considerare la dimensione emotiva - io ad esempio sono molto affezionato al Bergamasco, anche se capisco benissimo che a un osservatore esterno suoni cacofonico - trovo che a volte l'espressione dialettale abbaia quella sfumatura che la lingua nazionale non riesce a raggiungere proprio perché legata al territorio da cui proviene, un po' come gli ormai famigerati 40 modi di dire bianco degli eschimesi.

Certo che poi il registro va adattato alla situazione, ma da qui a una condanna totale ne passa.


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 Oggetto del messaggio: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 13:09 
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Reg. il: mar 20 mag 2014
Alle ore: 20:50
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Infatti una condanna del dialetto da chi non lo utilizza o lo sente solamente in film dal dubbio valore lascia il tempo che trova.
Conoscere un dialetto è un vantaggio se padroneggiato, coglie sfumature che la lingua non coglie ed arricchisce il senso dell'interlocuzione e del pensiero.
Non è tanto diverso dal padroneggiare una lingua, certo, quello ti apre un mondo ancor più vasto ma anche il dialetto spinge i confini un po' più in là.
Immagino Special nel XIV secolo "spero il dialetto venga abolito anche solo per non sentire più le melense menate di Petrarca :asd "

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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 13:20 
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Reg. il: mer 25 lug 2012
Alle ore: 16:51
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Località: Isola di Diego Garcia.
Mi associo ad Odi e Socrate, francamente fatico a capire chi condanna i dialetti, mi sembra come un voler rinunciare alle proprie radici per avere una parvenza aristocratica di stocazzo :asd

Sono una forma di comunicazione esattamente come lo è l'italiano e sono un patrimonio da tutelare, altro che da eliminare.

Io per lavoro devo parlare per forza in un italiano anche molto tecnico, ma appena posso non ho problemi a lasciare a briglia sciolta la lingua dei pastori dell'appennino centrale (una delle tante eh, non l'unica).

Ah, il romano (o romanesco) non è propriamente un dialetto, ma una semplice deformazione dell'Italiano, tant'è che un romano lo capisci ovunque, uno di Poggio Bustone no :asd

Comunque, ecco il mio dialetto in musica



Ed ecco la disputa tra reatini e cantaliciani :asd



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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 13:44 
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Reg. il: ven 17 gen 2014
Alle ore: 18:57
Messaggi: 12625
Località: Civita Vetula
fuzz77 ha scritto:
Mi associo ad Odi e Socrate, francamente fatico a capire chi condanna i dialetti, mi sembra come un voler rinunciare alle proprie radici per avere una parvenza aristocratica di stocazzo :asd

Sono una forma di comunicazione esattamente come lo è l'italiano e sono un patrimonio da tutelare, altro che da eliminare.


Sono d'accordo, però a me piacerebbe anche sentir parlare anche un po' d'italiano insieme ai vari "ndo annamio, che famio, annamisene", tutte espressioni presenti nel dialetto della mia città d'incanto (dialetto che deriva da una costola scalcagnata del romanesco), questo senza sentirmi stocazzo o un'aristocratica snob.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 13:53 
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Reg. il: gio 29 dic 2011
Alle ore: 21:04
Messaggi: 2614
Cacchio odi, il bergamasco stretto mi sa che è uno dei dialetti del Nord Italia più ostici che abbia mai sentito.

Capisco abbastanza il milanese (anche perché il novarese e comunque il piemontese orientale è decisamente influenzato da quest'ultimo idioma), mentre il lombardo orientale mi è meno noto.

Qualcuno ha dimestichezza con il mantovano? Si tratta di un dialetto emiliano con importanti influenze lombarde e anche un po' di veronese... d'altra parte, Mantova è in Lombardia, ma vicina sia all'Emilia sia al Veneto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 13:58 
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Reg. il: ven 17 gen 2014
Alle ore: 18:57
Messaggi: 12625
Località: Civita Vetula
Il bergamasco è bello tosto, si(mi ricordo quando vidi la prima volta "l'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, le parti parlate in dialetto erano incomprensibili), pure il sardo non scherza però.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 14:01 
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Reg. il: mer 25 lug 2012
Alle ore: 16:51
Messaggi: 16743
Località: Isola di Diego Garcia.
Vimarna ha scritto:
fuzz77 ha scritto:
Mi associo ad Odi e Socrate, francamente fatico a capire chi condanna i dialetti, mi sembra come un voler rinunciare alle proprie radici per avere una parvenza aristocratica di stocazzo :asd

Sono una forma di comunicazione esattamente come lo è l'italiano e sono un patrimonio da tutelare, altro che da eliminare.


Sono d'accordo, però a me piacerebbe anche sentir parlare anche un po' d'italiano insieme ai vari "ndo annamio, che famio, annamisene", tutte espressioni presenti nel dialetto della mia città d'incanto (dialetto che deriva da una costola scalcagnata del romanesco), questo senza sentirmi stocazzo o un'aristocratica snob.


Ma infatti queste "i" da dove sbucano?

In romano sarebbe "annamosene, ndo annamo, che famo", decisamente più fluente quindi.

Da me invece scendiamo nel dialetto puro e diventa "jemocene, do jemo, que fecemo"


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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 14:39 
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Reg. il: mer 10 feb 2010
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A volte è anche un'esigenza. Su un cantiere difficilmente mi esprimo in italiano, a meno che non sia fuori dalla Campania, non tanto perché non mi capiscono, quanto per il fatto che bisogna un po' entrare in simbiosi con gli operai, e usare l'italiano semplicemente crea distacco invece di generare rispetto.
Famoso è l'aneddoto della "rattulella", raccontatomi da un mio amico/collega, durante la sua prima direzione lavori... Era un modo che gli operai adoperavano per "testare" i tecnici e capire quale fosse la loro esperienza.
Alla fine scoprì che la rattulella era il gocciolatoio dei balconi :asd


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 Oggetto del messaggio: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 14:54 
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Reg. il: gio 29 dic 2011
Alle ore: 21:04
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Questo non è male, vediamo chi lo capisce:

Con il calé dla sèira, l'dco vira ch'al ariva la ratavolòira. E vola, leger coma un parapajon, libra ant ël cél.


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 Oggetto del messaggio: Re: Dialetti d'Italia
MessaggioInviato: ven 17 nov 2017, 15:03 
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Reg. il: mer 25 lug 2012
Alle ore: 16:51
Messaggi: 16743
Località: Isola di Diego Garcia.
Leviathan ha scritto:
Questo non è male, vediamo chi lo capisce:

Con il calé dla sèira, l'dco vira ch'al ariva la ratavolòira. E vola, leger coma un parapajon, libra ant ël cél.


Con il calar della sera, vi dico che arriva la "ratavolòira". Vola leggera come un "parapajon", libera nel cielo.

Probabilmente ho scritto una boiata.... :asd


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