Non risolvo troppo le cose perché sono irrisolvibili, ma il peso dei problemi altrui è un fardello sulle mie fragili spalle.
Ci ho scritto un romanzo: sarà una vakkata probabilmente, ma già solo l'idea di scriverlo è sintomatica della tendenza. Sono un ateo cristiano perché non credo ma sotto sotto mi sento un po' un parroco, sono circondato da persone che chiedono il mio aiuto su mille fronti diversi, e io vorrei fare di più, ma fatico terribilmente a portare a compimento la missione.
Durante le superiori non volevo partecipare all'ora di religione ma il docente-parroco me lo impose di fatto, sono persino stato suo ospite a Roma nel 2008 (nel convento). Mi diceva: "Non mi interessa che ti professi anticlericale, sei la persona più cristiana che abbia mai conosciuto." (non scherzo, purtroppo mi disse proprio così e ancora fatico a capacitarmene).
Umanamente sono di sinistra estrema, politicamente un bel po' meno, ma nel senso che la sinistra come coalizione (e anche molte persone dell'area) la vedo come il fumo negli occhi. Spesso mi trovo ad andare d'accordo con persone che la vedono in modo diametralmente opposto più che con presunti simili.
Comunque, che ci crediate o no una mia ex ragazza (una fra le pochissime, ho avuto 2 storie in tutta la mia vita, la prima è durata oltre 2 anni e la seconda e ultima dura da 12) mi disse che ero un terribile mix fra mascolinità e femminilità, mi diceva che ero molto maschio
come modi e me la tiro ancora per questo, ma sotto sotto di una sensibilità femminile, quindi ero un po' donna sotto alcuni aspetti. Per me è vero, per anni sono stato l'amico ideale delle donne, ho avuto mille relazioni che si collocavano sul filo del rasoio: amici ma con una tensione palpabile che però non è sfociata quasi mai in qualcosa d'altro. Insomma un po' il confidente di cui le ragazze sono morbosamente gelose e con cui alla fine magari ci scappa il bacio che rovina il rapporto, ma che non diventano mai i fidanzati o roba simile, mi preferivano i bulletti e mi dicevano che ero troppo strano.