Ha fatto #@*§ solo gli italiani che si sentono padroni della Gioconda, anche se molti sanno benissimo essere legittimamente francese.
C'è da dire che la Gioconda è il quadro più famoso al mondo e il simbolo del Louvre, quindi del tutto legittimo "cambiarla" con la
divisa francese.
Poi su Facebook hanno celebrato la nazionale con "La libertà che guida il popolo" di Delacroix, mio quadro preferito in assoluto e senza
dubbio più d'impatto rispetto a quello di Leonardo.
Parlando specificatamente della Gioconda, vista dal vivo è un quadro normalissimo, non fa neanche così tanta impressione.
"La vergine delle rocce" esposta sia al Louvre che a Londra (seconda versione), sempre di Leonardo, è senza dubbio superiore.

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Nous sommes Paris

Straquoto. E la Gioconda per me è sempre stato il quadro più sopravvalutato del mondo.

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«Avvocato, vinca la Juve o vinca il migliore?»
«Sono fortunato, spesso le due cose coincidono».
(Gianni Agnelli)

Vincitore FantaLastButNotLeast 2013-2014, 2014-2015 e 2019-2020

Vincitore Campionato Aguzzati 2015-2016 e Champions League Aguzzati 2015-2016, 2017-2018 e 2019-2020

Sarebbe stata una scelta più opportuna.
Io contesto il fatto che la Gioconda, pur essendo stata regalata dallo stesso Leonardo da Vinci al re francese, non fa parte della loro cultura ma della nostra e trovo fuori luogo prenderla come simbolo della loro nazione.
Ovviamente è una mia opinione personale.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

Io ho un'opinione diversa

Il Louvre rappresenta il museo innanzitutto, quindi l'opera più consona potrebbe essere sia una della loro terra (Delacroix) che quella più famosa (la Gioconda).

Secondariamente la Gioconda fa parte della loro cultura anche più della nostra: all'epoca esisteva la Francia e non l'Italia, divisa in vari stati (all'epoca del quadro "Repubblica fiorentina"), inoltre la fortuna della Gioconda all'epoca non era superiore (oserei dire anche inferiore) ad altre opere di Leonardo (ad esempio l'adorazione dei magi o la dama con l'ermellino o l'ultima cena).
La Gioconda, comprata dal re Francesco I, divenne celeberrima "grazie" alla Francia.

Certo, è un quadro italiano, e quindi facente parte della cultura italiana. Ma ha vissuto secoli in Francia, per di più legittimamente.
Quel quadro in parte ha dato fortune anche a noi di riflesso (moltissimi conoscono Leonardo solo per quell'opera, poi hanno voluto approfondire la sua "conoscenza" e sono pure andati agli Uffizi), anche se non è mai stato di proprietà dello Stato italiano.
Ritengo abbia senso vantarsi in qualità di italiani solo (o quasi) di opere di proprietà dello Stato Italiano. Dico questo perché sarebbe come un riconoscimento per aver valorizzato la "cultura" del proprio paese.

Poi, ovviamente, noi siamo italiani: esiste ancora gente che di Leonardo conosce ancora quel quadro. Peggio ancora (in realtà di pari livello) chi crede realmente sia stato ottenuto rubandolo o come trofeo di guerra.
Però lì si parla di obelischi a Roma o le Stele di Rosetta, per dire.

Credo che il primo sentimento, però, sia quello di rammarico per non aver avuto un oggetto che è ben più di un quadro: è il simbolo del rinascimento italiano e dell'arte; non esiste alcun libro d'arte che non citi la Gioconda, e il suo valore commerciale è quasi onnipotente.

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Tutti quei ristoratori e baristi ai quali chiedo una bibita a temperatura ambiente e nonostante questa mia esplicita richiesta me la riempono sempre di ghiaccio perché : "ma che te bevi er piscio?"
Si, io voglio bere il piscio, a voi che ve ne frega? Saranno 'azzi miei? L'arroganza, che è sempre figlia dell'ignoranza, non ha mai limiti.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

A parte che trovo vomitevole rispondere "Ma che te bevi er piscio?", cosa che nessun barista farebbe mai qui a Verona (anche se forse era più l'espressione che facevano e non dicevano realmente ciò, l'ho presa troppo realmente mi sa) credo che le tengano quasi tutte al fresco.
Anche non fosse concordo, c'è da dire però che non ho mai visto un barista o ristoratore aprirmi la lattina di coca cola o quello che sia.
Mi dispiace, perché tratti male un cliente e quello scappa.

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Eh, ma Verona è civile.
A parte quando augurano la morte ai terroni, dico.

Abbiamo solo invitato civilmente i napoletani a lavarsi nel Vesuvio e insultiamo i negri chiamandoli scimmia.
Odiamo i ricchioni.
Siamo per la famiglia tradizionale e il tricolore lo usiamo spesso come sostitutivo della carta igienica.
Abbiamo anche dei difetti. Tipo chi, come me, prende le distanze da queste manifestazioni d'odio.

Comunque ahimè concordo, Verona è una città di destra e non ha mai smarrito la sua deriva autoritaria collegata ad ambienti politici e sportivi (Hellas Verona, quelli del Chievo invece sono strani e preferiscono vincere il premio fair play)

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A riguardo c'è stato di recente un bel reportage del Post: https://www.ilpost.it/2018/05/01/estrema-destra-verona/

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(Gianni Agnelli)

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Io, da commerciante (ristoratore o altro), spererei di evitare di avere vimarna come cliente.
Da quel che scrivi, devi essere un discreto dito in qulo con affetto eh

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