redguerrier ha scritto:
freebandiera ha scritto:
redguerrier ha scritto:
Sembrate degli invesitori che vedono il calcio come un business.
Siamo tifosi perdio, è normale che siamo emotivi quando seguiamo questo sport, ed è normale che ci incazziamo quando uno dice “io amo questa squadra, ho la maglia cucita sulla pelle, voglio essere una bandiera etc etc..” e poi fa tutto il contrario dimostrandosi per l’omuncolo che è.
Ripeto, se qualcuno dice “#@*§ mercenario” a Bernardeschi non mi rattristo per niente e non urlo nemmeno “allo scandalo, siete dei villici!!!” perchè, per me, è una reazione in linea con le azioni dell’ex fiore. Tanto sai che gli frega a lui, più lo insultano più ha la possibilità di piagnucolare/godere e più i suoi nuovi tifosi lo ameranno.
Gli insulti pesanti ai parenti invece sono sbagliatissimi, su questo non ci piove.
Peró capisco che magari sbaglio io che vivo il calcio come se esistessero ancora le bandiere.
Condivido in parte, ma non è che se uno dicesse di voler diventare una bandiera allora è automaticamente una bandiera, oltre al fatto che è un discorso che non ha delle linee fisse (per essere una bandiera). Una bandiera lo si diventa nel tempo, ma è così importante essere una bandiera e non essere semplicemente un giocatore simbolo del club.
Credo che gli ultimi trasferimenti avvenuti degli anni del calciomercato abbiano fatto cambiare la percezione delle cose cambiandola.
Se dici una cosa, o poi lo fai veramente o sei solo un ipocrita che semplicemente cavalca l’onda di entusiasmo del momento per aumentarsi l’autostima.
Gli ultimi tempi non hanno alterato la nostra percezione delle cose, l’hanno proprio mandata in vacca.
Le bandiere non esistono più per regolameto (economico), i forti possono calpestare i deboli senza che nessuno dica niente e i giocatori-simbolo sono dei sacchi di soldi ambulanti privi di sentimenti, emozioni, pensieri o riconoscenza.
Spero inventino il prima possibile il calcio robotico, almeno ci togliamo sto pensiero una volta per tutte e saremo consapevoli che quelli sono programmati per fare determinate cose e basta senza parlare a vanvera.
In realtà esistono ancora le bandiere, spesso figlie della potenza economica: Buffon o Sergio Ramos, ad esempio, potevano essere bandiere di Parma e Siviglia e invece lo sono state di Juventus e Real. Nesta ha giocato più anni nel Milan che nella Lazio ma sono i secondi a ritenerlo una bandiera.
Baggio poteva esserlo della Fiorentina ma fu ceduto, poteva esserlo della Juventus ma fu ceduto. Poco male, si è accontentato di essere il giocatore simbolo delle due squadre negli anni in cui ha giocato per la viola e la Juve.
Dinho è stato simbolo del Barcellona di Rikjard e della sua "rinascita", eppure ci ha giocato solo 4 anni.
Cantona fu il primo capitano non britannico del Manchester United, giocatore amatissimo e non vedo perché non considerarlo bandiera, pur avendo giocato 5 stagioni (nella pratica 4).
Forse Donnarumma verrà ceduto quest'estate a una squadra più forte (Psg o Real, per spararne una), potrà restarci 10 anni e poi essere considerato bandiera.
D'altro canto esistono esempi, come Hamsik ad esempio, che non hanno ceduto alle lusinghe di una squadra di caratura superiore, o Shearer, ad esempio.
Torres, ad esempio, fu il capitano più giovane della storia della Atletico, fu poi ceduto e andò in Inghilterra e infine tornò all'Atletico. Ma nessuno mette in dubbio il suo valore di bandiera.
Ma è così importante essere bandiere al giorno d'oggi?
Hai fatto tutti esempi del passato, e quasi tutti giocatori da considerare più "giocatori-simbolo di un momento calcistico" più che bandiere. Ma comunque erano ben altre persone, gente con due #@*§ grossi come una casa, che davano pure l'anima per la loro squadra e che quando se ne andarono dimostrarono tutta la loro sofferenza, come Nesta che diceva che ogni partita contro la Lazio era un'agonia per lui, o Batistuta che pianse come un bambino il giorno del suo gol contro la Fiorentina, gente che quando segnava alla sua "squadra amata" non esultava come un #@*§ mandando in vacca tutte le belle parole spese fino a quel momento.