Segnalo un interessante articolo sul Crotone capolista tratto da corriere.it
Molte le somiglianze con il Carpi della scorsa stagione
Serie B: fiducia ai giovani, musica death metal e (pochi) divertimenti
I segreti del Crotone capolistaRicambio continuo di talenti da valorizzare, seconda rosa meno ricca
del campionato: eppure la squadra calabrese comanda. Ecco perché
Belli, giovani, a buon mercato ma soprattutto vincenti, che poi nel calcio è l’unica cosa che conta. È il Crotone, 21 punti in 10 partite, 17 gol fatti (terzo attacco) e 7 subiti (miglior difesa), da 3 giornate capoclassifica della serie B. A sorpresa, ma fino a un certo punto. Perché quaggiù nella magnifica e scarsamente valorizzata Calabria ionica i quattrini da investire nel pallone non saranno tanti ma le idee sono buone, e forse non è un caso che da queste parti abbiano passato qualche anno delle loro esistenze due come Pitagora e Rino Gaetano, inclinazioni distanti accomunate però da una certa, indiscutibile, genialità.
Il modello imprenditoriale del patron Vrenna, attivo nel ramo della gestione dei rifiuti, da oltre 20 anni al comando del club rifondato nel 1994, è tanto semplice quando fruttuoso e sfrutta in maniera intelligente uno dei peggiori difetti del calcio italiano, e cioè la scarsa fiducia accordata ai giovani: ogni anno infatti, attraverso il suo direttore sportivo Ursino, si mette sulle tracce dei migliori giovanotti della serie A bisognosi di impratichirsi, e che alle case madri non troverebbero spazio. Talentini gratis. Che poi talvolta permettono perfino di incassare cospicui premi di valorizzazione.
Ovviamente il ricambio è quasi annuale, quindi bisogna ricostruire la squadra tutte le estati, ma funziona: nello sgarrupato «Ezio Scida» - 9.631 posti, prima di ogni partita un tale di nome Zu Rafelu, Zio Raffaello, sparge il sale come buon auspicio, e qualche malato immaginario si fa ricoverare apposta nell’attiguo ospedale San Giovanni di Dio per scroccare la partita - sono passati a farsi le ossa Bernardeschi (Fiorentina), Florenzi e Crescenzi (Roma) ma anche Cataldi (Lazio) o Dezi (Napoli), e in anni più lontani gente come Mirante e Gastaldello (entrambi della Juve, ai tempi; li portò Gasperini che arrivava dalle giovanili bianconere nel 2003). Quest’anno è il turno di Capezzi (classe ’95, Fiorentina), Tounkara (’96 Lazio), Ricci (’94, Roma, come Balasa, ’95), Yao (’96 Inter), Budimir (’91 St Pauli): tutte scommesse, o quasi.
Secondo uno studio del sito specializzato
http://www.transfermarkt.it, il valore della rosa è il secondo più basso dell’intero campionato, 7,45 milioni di euro, davanti solo al Brescia che ne sta imitando il modello, fermo a 5,55. Per dire: il Cagliari, il quale per ora in classifica è secondo e insegue, vale 37,13 milioni, cinque volte tanto. L’età media è la più bassa della B: 24,1 anni ma spesso la formazione-tipo scende sotto i 24. Poi, naturalmente, fondamentale è l’allenatore che deve condividere il piano. In estate dopo il 17° posto dell’anno scorso e il sesto di quello prima se n’è andato Massimo Drago, passato al Cesena, ed è arrivato Ivan Juric, un 40enne croato di Spalato con la passione per il death metal (lo confidò lui stesso alla rivista Rolling Stone nel 2010) e per il 3-4-3 di Gasperini studiato quando lavorava nelle giovanili del Genoa. Tagli, sovrapposizioni, cambi campo, tre punte fisse, mezze ali d’assalto e terzini di spinta: il suo Crotone gioca senza dubbio il miglior calcio della serie B, mai sparagnino e sempre propositivo, ed è anche per questo i grandi club si fidano a lasciare quaggiù i loro prospetti migliori in prestito («secco» o con clausole di riscatto, come avvenne per Florenzi che obbligò la Roma a scucire una montagna di soldi per riaverlo nel 2012).
C’è poi un’altra ragione per la quale i d.s. di A scelgono l’antica Kroton, spiega chi conosce bene il posto anche nella sue versione by night: d’inverno le distrazioni più vicine sono a Cosenza, 110 chilometri oltre la Sila e i lupi. Come dire che da queste parti, a parte il mare, o pensi al pallone o pensi al pallone. Sia quel che sia, per questa terra bellissima e tremendamente complicata, guardata spesso con una certa diffidenza, è una piccola grande rivincita. Un calcio ai guai. E il cielo, come diceva uno di qua, è sempre più (rosso)blu.