Con la cessione di Hulk (offerta cinese irrinunciabile) e con la quasi certa partenza di Witsel dopo gli Europei si conclude un'era allo Zenit. Un'era non particolarmente vincente né gratificante: le aspettative erano ben altre quando i due costosissimi giocatori sbarcarono nella città degli Zar, nell'estate 2012. Più che comprensibile, quindi, la scelta di cambiare e di iniziare un nuovo corso, lasciando possibilmente carta bianca a Lucescu, uno che a Donetsk ha ampiamente dimostrato di capirne, con la speranza che i tanti quattrini incassati verranno reinvestiti per i nuovi Douglas Costa, Willian, Jádson, Fernandinho, Mkhitaryan, Srna e chi più ne ha più ne metta.
Tornando a Hulk, siccome il brasiliano gode di cattiva stampa ed è esageratamente bistrattato qui da noi, è bene sottolineare che il rendimento offerto dall'ex Porto in questi ultimi anni è stato più che soddisfacente. Ha segnato e fatto segnare parecchio, ha risolto un gran numero di partite (anche nelle competizioni europee), insomma i tifosi dello Zenit non hanno proprio di che lamentarsi. Il suo bilancio è stato altamente positivo.
L'unico problema della sua avventura russa è che il suo arrivo ha... causato? accentuato?... il calo (per non dire crollo) dello Zenit di Spalletti, che con il brasiliano in campo ha smesso di colpo di essere una squadra e di giocare da squadra. Tutto a un tratto, l'unico schema era diventato il seguente: "palla a Hulk e speriamo che si inventi qualcosa". Con Villas-Boas le cose sono andate un po' meglio, con Hulk che si è espresso al massimo delle sue potenzialità, venendo maggiormente integrato con il resto dei compagni (basti pensare all'intesa venutasi a creare con Dzyuba, numeri alla mano una delle più prolifiche d'Europa nell'ultima stagione). Tuttavia, anche se in modo meno evidente, lo Zenit ha continuato a dipendere dal brasiliano, come dimostrano i tanti punti persi in campionato senza di lui.
Insomma, da una parte Hulk è stato l'elemento di gran lunga più decisivo dello Zenit nelle ultime quattro annate, dall'altra la sua presenza è talvolta sembrata troppo ingombrante. Il dilemma quindi è: sono stati di più i pro o i contro? Nel 2013 feci esattamente la stessa domanda a Luciano Spalletti, che mi rispose così: "Se guardi bene Hulk nella sua totalità, vedrai che troverai molti più pregi che difetti. Compensa il suo lato più dolente con qualità eccezionali". Penso proprio che avesse ragione.
Pur con i suoi evidenti limiti (porta troppo palla, si incaponisce spesso in giocate personali, ci sono giornate in cui i suoi compagni diventano un optional e gioca da solo, ecc), l'Hulk ammirato a San Pietroburgo è stato un gran giocatore. Certamente non un fuoriclasse, neanche un campione, ma un gran giocatore sì. Chi lo descrive come un bidone, un sopravvalutato all'ennesima potenza, un bluff o quant'altro, è evidente che non abbia mai visto giocare lo Zenit in questi anni (non che che si sia perso molto, mi verrebbe da dire come battuta). E, a scanso di equivoci, il sottoscritto in passato ha criticato in svariate occasioni il brasiliano; non sono mai stato un suo fan-boy. Aggiungo che di piedi mancini come il suo ne ho visti pochi. Ma proprio pochi. Come tiratore - sia da fermo che soprattutto in corsa - non teme rivali.
Boa sorte, Hulk. Obrigado.
Até logo!