Un film da 2 ore e 20 che doveva essere da 1 ora e 40, tutto qui. Ci sono tantissime scene che non servono a un kaiser e il tutto che può essere riassunto in: Inizio scoppiettante e assolutamente bene fatto, nulla cosmico di 1 ora e mezza in cui fai fatica a capire cosa stia succedendo e non capisci bene dove il film voglia andare a parare, finale con relativo colpo di scena molto ben fatto ma nulla di nuovo.
Ho notato anche moltissimi buchi di sceneggiature e tanti particolari che, personalmente, mi hanno fatto storcere non poco il naso:
Senza contare che è il tipico film in cui gli americani (la CIA poi
) sono il bene assoluto e i russi il male in persona.
Purtroppo stavolta mi ha deluso anche lei, forse per la prima volta. Ciò che voleva fare era evidente: un film di denuncia sullo sfruttamento delle donne (lei mi pare sia anche cofondatrice di una Onlus e ha partecipato a diverse manifestazioni). Un messaggio che però, a parer mio, è stato mandato nel modo sbagliato.
Come evidenziato anche dalla recensione di 400 calci, per lei questo film (ma anche Mother!) è stata una sorta di risposta, che è servita più a se stessa, a ciò che successe tempo fa con le foto che le hackerarono, come a dire "Tiè, volete farvi le seghe su di me, bastava che me lo chiedevate". Lei da quando è a Hollywood non si è mai fatta vedere con un vestito troppo succinto, mai fatto un film in cui gli si vedeva il #@*§/tette nude, sempre stata molto sulle sue insomma. Inutile dire che quell'evento deve averla colpita tantissimo, e lei ha deciso di reagire così (già pochi mesi dopo l'accaduto si fece fotografare nuda per Vogue, anche se alla fine non si vedeva niente).
Questo trall'altro è il post di twitter che ha messo una settimana fa per rispondere a chi la insultava per essersi presentata con un vestito scollatissimo alla premier di Red Sparrow:
"Wow. Non so davvero da dove iniziare per quel che riguarda questa polemica “Jennifer Lawrence che indossa un abito scollato nella fredda Londra”. Non è solo ridicolo, ma mi offende moltissimo. Il vestito di Versace era favoloso: perché avrei dovuto coprire quella meraviglia con un cappotto e una sciarpa? Sono stata all’aperto solo cinque minuti e per quell’abito avrei affrontato anche la neve perché amo la moda. Questo è sessista, questo è ridicolo, questo non è femminismo. Esagerare su tutto ciò che qualcuno dice o fa, creare polemiche su sciocchezze innocue come quello che scelgo di indossare o non indossare, non ci fa andare avanti. Bensì ci distrae da ciò che è davvero importante. Datevi una regolata: tutto ciò che indosso è una mia scelta. E se decido di aver freddo, è sempre una scelta mia"E questo invece ciò che ha detto alla trasmissione di Howard Sten:
"Tutta questa polemica, le persone che cercano di essere femministe – non lo sono. Siete rumorose, fastidiose, non avete centrato il punto, con il risultato di portare la gente ad odiare il movimento. Time’s Up, le donne che lo hanno fondato, stanno davvero cambiando legislazione, facendo la storia. E non stanno tutti giorni per le strade e sui social media a gridarlo. Le persone marginali che gestiscono questi blog cominciano a essere una distrazione e una seccatura, perché lo sanno perfettamente che il fatto di indossare un #@*§ di vestito non c’entra nulla con il femminismo, non sono così fottutamente stupide. quello di cui vi riempite la bocca, care femministe dell’ultima ora, è tutto tranne che femminismo. Perché il femminismo è libertà, pure di congelarmi le chiappe, se voglio”.
Risposte comunque da standing ovation.
Ah, Jeremy Irons c'è ma non si vede. Praticamente gli fanno fare 3 scene e basta, nonostante alla fine conti più di quanto ci si aspetti. Come avere un ottimo attore e relegarlo al ruolo di comparsa.