redguerrier ha scritto:
p.s.: Non capirò mai quelli che dicono "eeeh ma Jim Carrey all'infuori dei ruoli comici non vale niente".
Come ho scritto altre volte è un attore che reputo bravissimo nei ruoli drammatici e irritante in quelli comici ma la maggioranza la pensa esattamente all'opposto.
DROLLETTIL ha scritto:
l’estate di Kikujiro diventa probabilmente il mio film preferito all time.
Bellissimo, un film di una dolcezza e malinconia uniche (i pianti che mi sono fatta).
Senza alcun dubbio una delle vette artistiche più elevate di Kitano.
It di Andy Muschietti (2017)
Ho aspettato tanto questo remake. Devo dire che è meno inquietante rispetto alla miniserie del 1990(il mostruoso pagliaccio interpretato da Tim Curry incuteva più timore rispetto a quello del suo collega Bill Skarsgaard) ma dal punto di vista tecnico gli è superiore, molto più cupo e sofisticato.
E’ un film che spaventa a suo modo ma non come ci si immagina vedendo un film horror ma più che altro guardando la realtà che descrive questo film, una realtà di famiglie disagiate, bullismo, razzismo e di genitori pedofili in una provincia americana dove tutto viene nascosto sotto il tappeto dell’indifferenza , dell’ipocrisia e del perbenismo.
L’attenzione dello spettatore più che sul pagliaccio si posa sui sette ragazzi protagonisti con i quali la vita non è stata benevola intenti a combattere contro un’entità demoniaca con le loro uniche armi a disposizione(amore, amicizia, lealtà e nobiltà d’animo) riscattandosi così da un’esistenza misera.
Il regista Muschietti è molto abile nel mescolare la matrice horror con il percorso di crescita individuale dei ragazzi, condendoli anche con un pizzico di humor. Molto bella anche l’antitesi tra la spensieratezza e la solarità dell’estate e la cupezza dei luoghi frequentati dai ragazzi metafora delle paure recondite e dei soprusi che subiscono ogni giorno.
Alla fine un buon film horror ma soprattutto un ottimo film di formazione.
I fiumi di porpora di Mathieu Kassovitz (2001)
Kassovitz dirige un thriller cupo con un insolita ambientazione tra i ghiacci e le nevi degli altipiani francesi.
Il film parte bene e si sviluppa ancora meglio grazie alle tante accattivanti scene di tensione e mistero ma poi qualcosa si spezza e tutto si trasforma in qualcosa di già visto ("Il codice da Vinci") fino a giungere a un finale che stona con quanto si era visto fino a quel momento.
Buona l'interpretazione di Jean Reno, un po' meno quella di Vincent Cassel(
).
Peccato perché se avesse mantenuto l'atmosfera cupa e misteriosa dell'inizio sarebbe stato un ottimo film.