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 Oggetto del messaggio: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 11:24 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
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Viviamo una lunga fase in cui il cinema è puro intrattenimento, spesso confezionato benissimo, a volte molto meno.
La Marvel, le saghe dei supereroi, il fantasy: tutto bellissimo e interessante. Le post-commedie all'italiana mi fanno molta tristezza di solito perché fanno veramente #@*§, ma pace, c'è comunque molto di buono anche in quei contesti.

Ovviamente però esiste ancora un cinema che guarda verso il cielo, che punta in alto. Parlo dei temi che affronta e soprattutto del modo in cui li affronta.

Secondo voi dove si possono trovare queste mosche bianche? Chi oggi fa cinema "alto"?

Ovvero cinema che parla di storia e di società, che scava dentro le relazioni personali, la religione, che ambisce allo status "letterario" etc..
A me pare che questa dimensione sia quasi sempre più appannaggio dei documentari, che in effetti studiano i cambiamenti del mondo di oggi. Ci sono eccezioni felicissime (Birdman, per me anche Paterson a suo modo). Il cinema "impegnato" però non sempre mi fa impazzire, appunto si tratta per lo più di documentari (anche straordinari come "Il sale della terra" o "Fuoacammare").

Un cinema che affronti determinati temi (sociali, personali, filosofici, religiosi, psicologici etc..) in una prospettiva più estetica e meno di pura "denuncia" secondo voi esiste ancora (sicuramente sì, me lo sono perso io in molti casi), e quali sono nel caso le opere migliori?

Quali sono i cineasti attuali che valgono anche come pensatori a tutto tondo, e non solo come narratori di belle storie e avventure (magari anche straordinari in tal senso, ma senza l'ambizione di andare oltre l'intrattenimento). Chi sono oggi i Fellini, i Kubrick o i Pasolini?

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Il buon gusto è la morte dell'arte.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 11:40 
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Reg. il: mar 20 mag 2014
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Per me un certo genere di cinema ha sempre avuto scarso spazio nella distribuzione internazionale ANCHE ai tempi di Fellini eccetera, pur in maniera estetica ed "appetibile" al pubblico è stato offerto solitamente altro e lo stesso successo di Fellini ha spesso sorpreso in qualche misura, quelli come lui di solito, pur bravi, rimanevano in una relativa nicchia.

In ogni caso nella mia ignoranza cito Giuseppe Tornatore che rientra nella categoria e lo considero veramente un Grandissimo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 12:23 
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Reg. il: ven 2 mag 2014,
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Ti dico la verità Francè: io disprezzo con tutto me stesso il cinema impegnato, o meglio certo cinema impegnato. Mi spiego: sono sempre stato un lettore vorace di cose complicatissime: la filosofia, il diritto (che è il mio campo), la saggistica storica e politologica... Sono anche un grandissimo appassionato di cinema: pensa che in alcuni periodi della mia vita ero capace di andarci anche una volta a settimana. Quindi oltre ad aver letto tonnellate di libri, ho visto centinaia di film. Però, tanto sono snob e selettivo in fatto di letture, quanto "pop" in fatto di cinematografia, quasi a voler bilanciare l'assorbimento di cultura "aulica" con una buone dose di "cose frivole".

Ed infatti amo alla follia il cinema di genere, l'horror e la fantascienza su tutto. I miei registi del cuore sono i Carpenter, i Craven, i Ridley Scott, i James Cameron prima maniera, i Mc Tiernan, i Tarantino... gente così. Per me il cinema ha sempre avuto una funzione specifica: doveva proiettarmi per due ore in un altro mondo, lontano dalle storture della vita reale... quindi mi sono tenuto volentieri lontano da certi polpettoni deprimenti!

Attenzione, però: questo non vuol dire che io non apprezzi un certo cinema impegnato: giusto per fare un nome, come si fa a non apprezzare i film di Ermanno Olmi, che reputo bellissimi e ben fatti!? Mi riferisco a film come "Il mestiere delle armi", "Cento chiodi", "Cantando dietro i paraventi".... O come si fa a non amare certi film di satira sociale come quelli della Werthmuller ("travolti da un insolito destino" su tutti) o il cinema di impegno civile anni 70 ("indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" ad esempio)? O come si fa a non amare Fellini o Pasolini????

Quello che io non sopporto è certo cinema presunto impegnato che si autocompiace di essere tale. Questi sono quelli che io definisco "i film stracciakoglioni". A partorire queste idiozie sono in larga parte, chissà perchè, la cinematografia italiana e quella francese (che proprio non sopporto).

Oggi la cinematografia italiana produce film di 3 tipi: la commedia demenziale (velo pietoso), la commedia brillante (noiosissima) e il cinema stracciakoglioni. Si è rinunciato a fare i film di genere, che erano la forza del nostro cinema, per quanto povero di mezzi: i western di sergio Leone, gli Horror di Dario argento e Bava, ma anche il celebre "poliziottesco", la commedia sexy.... insomma i pochi film che facciamo non mi aggradano in maggior parte, perchè o sono troppo stupidi o hanno ridicole pretese di intellettualismo.

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"Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più." (Bill Shankly)

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 Oggetto del messaggio: Re: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 13:31 
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Reg. il: mar 20 mag 2014
Alle ore: 20:50
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Ma infatti si può essere impegnati e si può essere inutilmente ampollosi e pretenziosi, nella vita, nelle opere, nella scrittura e nel cinema.
La maggior parte di coloro che si dicono impegnati sono inutilmente ampollosi e pretenziosi, e sono una categoria difficilmente catalogabile ma più facilmente riconoscibile. Più difficile non confondere le due categorie, infatti Olmi è proprio quel cinema ampolloso a cui pensavo, ma autenticamente ampolloso ed autenticamente profondo ed impegnato.

Sfortunatamente è più complicato di quanto si pensi, alla fine ottusi dalla quantità di opere "stracciakoglioni" come le definisci tu siamo noi stessi a precluderci piccole perle autenticamente profonde facendole automaticamente risalire alla categoria. Succede sempre, a me forse più di ogni altro pur essendo conscio del processo, nella fruizione del cinema e della televisione non mi sento per nulla "autentico".

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 Oggetto del messaggio: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 14:05 
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Reg. il: dom 28 giu 2015
Alle ore: 22:24
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Secondo me qualcosa oggi si trova ancora.
Sabato ho visto Get Out, un horror-thriller che, oltre ad essere godibile e a farti passare un paio d'ore completamente assorto e coinvolto (parlo per me), ti fa riflettere sul razzismo e sul perbenismo di facciata nella società americana.
Ti posso portare tanti altri esempi - La grande Scommessa, ad esempio - che parla della crisi del 2008 e delle speculazioni finanziarie: un film "difficile", non certo per tutti, credo che il 95% delle persone in sala abbia capito poco o nulla.
Ancora - Cafè Society di Woody Allen - ambientato un secolo addietro, sull'ipocrisia e convenienza dei salotti borghesi.

Insomma, oltre ai soliti film di supereroi (che per me non sono tutti banali, dipende: la trilogia di Batman di Nolan è un capolavoro perché lascia parecchi messaggi, idem quella di Burton anche se diversa), le commedie demenziali, i film di animazione, le americanate alla Fast and Furious (ammetto che le guardo volentieri... ;) ) e tanti filmetti di bassa lega, trovo spesso qualcosa di buono o che comunque mi lasci un messaggio, che sia horror, thriller o Fantasy.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 17:28 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
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Ragazzi vi capisco, ma personalmente anche io non mi sento affine al cinema intellettuale che si compiace di esserlo (a volte Antonioni, altri come lui).

Però non mi piace neanche depotenziare le capacità espressive di un mezzo.

Nulla contro l'intrattenimento, sia intelligente o volutamente stupido (io adoro Indiana Jones e pure Checco Zalone, mi piacciono un sacco Aldo Giovanni e Giacomo! Confesso: mi sono visto al cinema almeno 2 Scary Movie e 3 Fast and Furious e ho riso un sacco), per me anzi si tratta di categorizzazioni sempre un po' così, se vogliono giustificare vani elitarismi.

Però ecco mi piace anche un cinema che sfidi la coscienza e che racconti il mondo, sia esso interiore o esteriore. Un cinema che abbia ambizione sia estetica che di contenuti, il che non significa di mera denuncia (vanno benissimo i documentari, ma il cinema per me è soprattutto altro). Diciamo che mi piace avere a disposizione una vasta gamma espressiva, mentre mi pare che su questo versante - quello ambizioso - si viva una lunga fase un po' più debole.

Oddio, ho trovato anche in questi anni film complessi ("Mulholland Drive" per me è capolavoro quasi senza pari, e del resto si parla di LYnch; anche Birdman per me è strepitoso) e sicuramente si tratta di una mancanza mia, ma ecco la "tarantizzazione" rischia di trasformare tutto in perfezione tecnica e intrattenimento di superba maestria, che va benissimo, purché non esaurisca le potenzialità di questo mezzo ecco, che può anche dire altro.

Ricordo una critica letta qualche anno fa che diceva così: "Non c'è dubbio che Nolan e Tarantino abbiano realizzato opere tecnicamente straordinarie, capaci di rispecchiare i nostri tempi, ma se paragoniamo lo spessore spirituale e la profondità dei loro film con "Il cacciatore", "Apocalypse Now" o "Otto e mezzo", possiamo pensare legittimamente di vivere tempi meno straordinari."

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Ultima modifica di Dis31012018 il mar 23 mag 2017, 17:34, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Cinema "alto"
MessaggioInviato: mar 23 mag 2017, 17:33 
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aladestra ha scritto:
Ti dico la verità Francè: io disprezzo con tutto me stesso il cinema impegnato, o meglio certo cinema impegnato. Mi spiego: sono sempre stato un lettore vorace di cose complicatissime: la filosofia, il diritto (che è il mio campo), la saggistica storica e politologica... Sono anche un grandissimo appassionato di cinema: pensa che in alcuni periodi della mia vita ero capace di andarci anche una volta a settimana. Quindi oltre ad aver letto tonnellate di libri, ho visto centinaia di film. Però, tanto sono snob e selettivo in fatto di letture, quanto "pop" in fatto di cinematografia, quasi a voler bilanciare l'assorbimento di cultura "aulica" con una buone dose di "cose frivole".

Ed infatti amo alla follia il cinema di genere, l'horror e la fantascienza su tutto. I miei registi del cuore sono i Carpenter, i Craven, i Ridley Scott, i James Cameron prima maniera, i Mc Tiernan, i Tarantino... gente così. Per me il cinema ha sempre avuto una funzione specifica: doveva proiettarmi per due ore in un altro mondo, lontano dalle storture della vita reale... quindi mi sono tenuto volentieri lontano da certi polpettoni deprimenti!

Attenzione, però: questo non vuol dire che io non apprezzi un certo cinema impegnato: giusto per fare un nome, come si fa a non apprezzare i film di Ermanno Olmi, che reputo bellissimi e ben fatti!? Mi riferisco a film come "Il mestiere delle armi", "Cento chiodi", "Cantando dietro i paraventi".... O come si fa a non amare certi film di satira sociale come quelli della Werthmuller ("travolti da un insolito destino" su tutti) o il cinema di impegno civile anni 70 ("indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" ad esempio)? O come si fa a non amare Fellini o Pasolini????

Quello che io non sopporto è certo cinema presunto impegnato che si autocompiace di essere tale. Questi sono quelli che io definisco "i film stracciakoglioni". A partorire queste idiozie sono in larga parte, chissà perchè, la cinematografia italiana e quella francese (che proprio non sopporto).

Oggi la cinematografia italiana produce film di 3 tipi: la commedia demenziale (velo pietoso), la commedia brillante (noiosissima) e il cinema stracciakoglioni. Si è rinunciato a fare i film di genere, che erano la forza del nostro cinema, per quanto povero di mezzi: i western di sergio Leone, gli Horror di Dario argento e Bava, ma anche il celebre "poliziottesco", la commedia sexy.... insomma i pochi film che facciamo non mi aggradano in maggior parte, perchè o sono troppo stupidi o hanno ridicole pretese di intellettualismo.


Cucù. Lei è il mio nuovo utente preferito.
Vivo i film in maniera simile. Adoro guardare film; ma me ne sbatto di altezze o bassezze presunte, queste cose nel cinema esistono molto poco.

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Sono d'accordo, forse il termine alto lo uso in modo improprio.

Diciamo cinema con ambizioni profonde e complesse: per me è bello e importante che esista nel contesto delle proposte anche odierne.

Se il cinema è la settima arte e forse la creazione più importante del '900, accanto a certe rivoluzioni musicali, è proprio perché ha saputo costruire una nuova dimensione. Naturalmente questa dimensione esiste anche oggi, forse sono io che fatico a trovarla in una produzione ipertrofica e difficile da analizzare.

Forse sono un riccardone esistenziale, come diceva JC, e ho pretese da spaccacazzo: ovvero, voglio che il cinema - ogni tanto, non sempre, è bello e giusto variare e come giustamente osservate non esistono graduatorie oggettive - mi sconvolga la vita. Se guardo "Otto e mezzo" ne esco sconvolto, quando ho visto "Mulholland Drive" sono andato fuori di testa, "Sussurri e grida" mi ha letteralmente cambiato la vita, "Il cacciatore" mi ha profondamente scosso e commosso. In tutti questi casi mi sono interrogato, il cinema è stato strumento per scavare, scoprire, andare oltre. Il cinema è stato superbo strumento di indagine. Ogni tanto per me è bello che lo faccia, specie se accade con naturalezza, e senza ambizioni intellettualoidi.

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Un film realmente intellettuale è quasi una contraddizione nei termini. La sua forma è per natura molto slegata dal contenuto. Cioè ha un apparato formale super complesso ma non può produrre i contenuti adeguati, non significa dei contenuti. Argomento difficile.

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 Oggetto del messaggio: Re: Cinema "alto"
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aladestra ha scritto:
Quello che io non sopporto è certo cinema presunto impegnato che si autocompiace di essere tale. Questi sono quelli che io definisco "i film stracciakoglioni".


Non sono un esperto di cinema ma è proprio ciò che ho pensato della Grande bellezza.

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