Una lucertola con la pelle di donna di Lucio Fulci (1971)
Opera di grande spicco nel panorama della lunga filmografia di Lucio Fulci oltre che uno dei più bei thriller del cinema nostrano.
A molti il titolo ricorderà il periodo d’oro di Dario Argento, ma bisogna subito dire che con i bellissimi film del regista romano questa bell’opera di Fulci non ha nulla a che spartire, non è il film con il classico maniaco con l’impermeabile nero, guanti e cappello che va in giro ad ammazzare a destra e a manca a causa di un trauma del passato(come accaduto in “Profondo Rosso”), ma tutta la pellicola si basa essenzialmente su una sorta di viaggio interiore di Carol, la protagonista del film, un viaggio nel suo inconscio alla disperata ricerca di se stessa e dei suoi traumi più nascosti.
Questo suo viaggio interiore avviene in un’epoca particolare, gli anni’70, il periodo della rivoluzione, degli Hippie, della controcultura, dell’emancipazione sessuale, delle droghe, degli inni alla pace.
Carol desidera abbandonare il suo mondo dorato e soffocante della borghesia benpensante(emblematica a questo proposito la scena della cena con la famiglia) e tuffarsi nel mondo spensierato degli hippie, ma a causa della rigida educazione che ha ricevuto dal padre questa sua voglia di libertà viene vista come una sorta di depravazione da tenere nascosta.
Un film come scritto sopra a metà strada tra sogno e realtà, tanto che i due arriveranno molto spesso a mescolarsi tra loro, come nel finale,
Un film da menzionare anche dal punto di vista tecnico, le inquadrature e i continui movimenti di macchina sono davvero degni di nota, così come la fotografia di Kuvellier, che contribuisce a rendere ancor più inquietanti le scene di questo bellissimo thriller onirico-surreale(
Uno dei migliori thriller del cinema nostrano, se siete appassionati del genere ve lo consiglio caldamente, non ne rimarrete delusi.