Giobattista Marino.
Che poi un canto dell'Adone, mi pare che si chiami "Gli Errori" ha legami evidenti con il nostro campione della malafede.
Torniamo all'entropia non limitandoci alla teoria base di Clausius.
Che senso ha parlare di calcio in modo deterministico e purtroppo semplicistico? Tipo la frase abietta "non deve essere un caso che..." o "Coi se e coi ma non si fa la storia". Esistono i casi e spesso sono proprio i sé ed i ma a fare la storia. Questi casi spesso sono variabili che non capiamo però, una sfocatura della nostra prospettiva umana.
Vi sono legami parlanti e sondabili anche dal tifoso della strada, ma molti non lo sono.
Ad esempio il cosiddetto senso del gol. Chi lo ha altera il campo di probabilità in suo favore per intuizione, analisi cerebrale veloce (automatica) di come può andare l'azione. Per il Gorgia di turno è solo caso favorevole, fortuna, #@*§ eccetera, invece probabilmente è una capacità altissima, tanto quanto vedere traiettorie in cui infilare il pallone e servire i compagni. Una momentanea vittoria sull'entropia, che però logicamente aumenta sempre. Chi è più bravo semplicemente riesce ad ordinarla/domarla più spesso, ma non è una particella, ma un essere messo nella freccia del tempo termico (che appunto scorre parallelamente all'aumento di entropia) che il più delle volte viene piegato dal caso. Semplicemente quando non piace non lo si vuole vedere e spesso lo si ignora più o meno inconsciamente nonostante tutta la nostra esperienza va in questa direzione.
Insomma si possono trovare tendenze, legami più o meno validi, ma non assoluti e tanto meno elevare a verità casi (tipo uno che fa 20 gol all'anno contro uno che ne fa 55 e per caso un anno è risultato più decisivo).