Ormai la stagione è finita e l'abbiamo conclusa con zeru tituli, mancando tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati all'inizio: dalla Supercoppa di Russia al terzo scudetto di fila, passando per la semifinale persa in Kubok e per quel salto di qualità in Europa che continua a a non arrivare.
Insomma, viste anche le enormi aspettative e le pressioni non indifferenti (aumentate a dismisura con i folli acquisti dell'ultimo giorno di mercato di Hulk e Witsel, operazione rivelatasi poi un pericoloso boomerang come ben sappiamo), la stagione dello Zenit è stata fallimentare, sotto ogni punto di vista. Da salvare c'è solo il secondo posto, che ci consentirà di partecipare alla prossima edizione della Champions League, seppur partendo solo dai preliminari (che, come è noto, costituiscono per noi un ostacolo insormontabile).
Ci sono almeno tre cose accadute quest'anno che considero parecchio gravi e sulle quali il mister ha inevitabilmente delle responsabilità, più o meno grandi.
1) In seguito agli arrivi di Hulk e Witsel, abbiamo smesso di essere una SQUADRA, di lottare come tale, facendo uscire allo scoperto tutti quegli egoismi personali che hanno caratterizzato la nostra stagione: dalle polemiche relative agli stipendi percepiti dai nuovi arrivati fino alle reazioni scomposte post-sostituzioni. Invece di navigare tutti verso un'unica direzione, ognuno ha pensato a se stesso e questa è una cosa gravissima, inaccettabile. Quando uno spogliatoio è spaccato, diviso e smette probabilmente anche di seguire la propria guida tecnica, i risultati (negativi) arrivano di conseguenza.
2) Sul piano del gioco c'è stata un'involuzione inspiegabile, tant'è che le gare giocate bene quest'anno si contano sulle dita di una mano. Torniamo al punto 1, siamo diventati una squadra di giocatori individualisti, egoisti, che pensano solo a loro stessi e che vogliono risolvere la gara da soli. Sicuramente l'inserimento di Witsel e Hulk non è stato semplice ed ha influito, ma non basta per spiegare un decadimento così lampante.
3) In Europa, lo abbiamo detto più volte, non abbiamo fatto alcun passo avanti, anzi semmai indietro, continuando a ripetere sempre i medesimi errori e toppando qualsiasi incontro in trasferta. Atteggiamento troppo rinunciatario, difesa perforabile, scarso filtro in mezzo al campo, sincronismi non più ben oliati in fase offensiva. Tutti i difetti dello Zenit 2012-13 sono stati amplificati nelle notte europee.
Tornando alla domanda del topic, elenco di seguito i motivi per cui Spalletti si meriterebbe un'ultima chance:
- il bilancio delle prime due stagioni era stato senz'altro positivo, in patria nessun allenatore nella storia dello Zenit ha vinto così tanto (certo, ha allenato la squadra migliore del campionato), il credito nei suoi confronti quindi non si è ancora del tutto esaurito;
- conosce bene l'ambiente e i giocatori e (si spera) sa cosa non ha funzionato quest'anno e quindi si presume che abbia un'idea per risolvere i problemi attuali;
- ha la fiducia della società (Miller in primis), che pare intenzionata a riconfermarlo;
- se i giocatori ti remano contro e non ti seguono più, è difficile venirne fuori (questo è anche un capo d'accusa);
- è stato travolto da alcune situazioni in cui ha responsabilità limitate, come per esempio l'arrivo all'ultimo secondo dei due elementi provenienti dal Portogallo che hanno distrutto - loro malgrado - l'armonia dello spogliatoio;
- di tecnici di primo livello, liberi e disposti a venire in Russia non è che ce ne siano tantissimi e, piuttosto di andare a prendere il Mancini della situazione (tremo solo al pensiero), conviene davvero trattenere il pelato. Della serie: "non c'è limite al peggio".
Ecco invece i motivi per cui Spalletti sarebbe bene che facesse le valigie:
- nei tre anni alla guida dello Zenit, solo nel secondo non ha del tutto fallito in Europa: il fatto che commetta ogni qual volta gli stessi errori in CL o in EL potrebbe star a significare che non sia il tecnico giusto per l'affermazione internazionale;
- si è ormai deteriorato il rapporto con troppi giocatori (nell'arco degli ultimi mesi ha avuto problemi nell'ordine con: Anyukov, Denisov, Kerzhakov, Bystrov, Hulk, Shirokov e Danny) ed è chiaro che - piuttosto che mandarli via tutti - sia più semplice e comodo cambiare l'allenatore;
- la sensazione è che qualcosa si sia rotto in maniera irreparabile nello spogliatoio e se emergono tutti questi problemi il tecnico, inevitabilmente, qualche responsabilità non può non averla;
- come uomo mercato non convince appieno, personalmente non ho ancora capito se sia realmente lui a occuparsi in prima persona dell'arrivo dei nuovi giocatori o meno. La mia idea è che le operazioni più onerose (tipo quelle che hanno portato a Hulk e Witsel a settembre o a Bruno Alves e Bukharov nell'estate del 2010) abbiano riguardato giocatori scelti da Mitrofanov & co., come del resto verosimilmente le giovani scommesse (Lumb, Rodic, etc), mentre invece i giocatori provenienti dall'Italia li abbia effettivamente richiesti lui: e se Criscito non ha avuto problemi ad ambientarsi, Lukovic è parso francamente inadeguato al contesto fin da subito e Neto al momento desta più di qualche perplessità. Per farla breve: temo che voglia portare allo Zenit elementi di media caratura che non sono in grado di farci realmente crescere, potrei sbagliarmi ma da quel punto di vista mi sembra un po' troppo provinciale per un team ambizioso come il nostro;
- secondo molti (per me non è così) lo Zenit è alla fine di un ciclo e per ripartire con un nuovo corso sarebbe ideale un nuovo allenatore.
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