Non so se rendo l'idea:
1-Guardiola 2-Mourinho 3-Del Bosque
4- Ancelotti
Motivo un attimo la scelta: quando tra 20 anni si parlerà di questo decennio, si dirà "il periodo di Guardiola", perché a livello di "impatto" sull'evoluzione del gioco nessuno potrà ignorare il contributo del suo Barcellona, che vedrete sarà pari a quello dell'Olanda degli anni '70 (con la quale c'è infatti un ultratrentennale filo conduttore, neanche troppo sottile, ovvero Johann Crujff). Un pelino sotto c'è Mou, capace di vincere molto con più squadre diverse, in due casi anche la Champion's League e forse non a caso con le due meno "dotate" delle 4 che ha allenato: pragmatico, tenace, accentratore, motivatore, stratega, amato alla follia o detestato senza spazio per le mezze misure, sta un pelino sotto Guardiola perché di lui si continuerà a dire tutto e il contrario di tutto, ma il suo calcio (sintesi di più scuole diverse) non verrà certo ricordato per il contenuto di innovatività come invece il suo storico rivale catalano. Ho poi il sospetto (che deve essere però ancora confermato), dopo la stagione iniziata male e finita peggio al Real l'anno scorso e quella finora iniziata così così al Chelsea, che sia in fase calante.... Ancora un pelino sotto metto Del Bosque, che sia ben chiaro apprezzo ALLA FOLLIA ed è dei 4 quello che mi sta umanamente più simpatico. Correggo Ciccio su due aspetti: il primo sul fatto che ha vinto tutto non solo con la nazionale ma anche col club, (2 scudetti, 2 champion's, 1 intercontinentale, 1 supercoppa europea), il secondo sul giudizio secondo il quale senza di lui non sarebbe esistito Guardiola; qui non sono molto daccordo, il loro calcio mi sembraVA profondamente diverso: il Real di Del Bosque cercava molto la profondità e meno il possesso palla, era basato più sulle individualità (e CHE individualità!) e meno sull'organizzazione, si dice che il primo "falso nueve" è stato il suo, ma non sono daccordo, come detto in altro tipic è vero che per un periodo di tempo giocò con Guti come giocatore più avanzato, ma era una scelta di necessità stante l'infortunio di Morientes e la carenza, in quel momento, di altri attaccanti aventi le stesse caratteristiche fisiche: Guti pur essendo un centrocampista era molto alto, forte di testa, veloce nel breve e persino abile sotto porta, era un polivalente avente ANCHE le caratteristiche del centravanti classico, era un centrocampista schierato fuori ruolo ma proprio perché sapeva fare anche quel ruolo e pertanto non una vera e propria novità tattica. L'innovazione RADICALE di Guardiola è stata quella di infrangere un tabù schierando un nanerottolo al centro dell'attacco, abilissimo a manovrare ma non certo a giocare di sponda né tantomeno a "incornare" di testa i cross dalle fasce (anche se qualche gol l'ha fatto pure così...); in questo senso il riferimento più diretto di Guardiola viene, guardacaso, ancora dall'Olanda: Van Gaal che nella finale di CL 1995 contro il Milan schierò inizialmente Ronald De Boer col numero 9 pur disponendo di due torri come Kluyvert e Kanu (guardacaso decisivi una volta entrati nella ripresa con la difesa del Milan ormai sfiancata per correre dietro al falso nove). Casomai si può fare una lettura inversa: E' Del Bosque che, alla guida della nazionale, è stato abile (e per certi versi umile...) a modificare il suo credo tattico riprendendo molte idee di Guardiola prendendo atto delle caratteristiche di più di metà dei suoi giocatori che sono appunto del Barcellona. Lo inserisco "solo" al terzo posto (ma dietro due veri e propri mostri sacri) perché, a differenza degli altri, ha vinto senza mai costruire una "sua" squadra: al Real subentrò nel 99 dopo i disastri di Toshack, ma per buona parte era lo stesso Real che aveva vinto la CL un anno e mezzo prima contro la Juve con Heynckes in panchina, in Nazionale è arrivato alla guida della squadra che era già campione d'europa con Aragones... ritengo che ora arrivi per lui un banco di prova DECISIVISSIMO: ho aperto tempo fa un topic (nella sezione nazionali) sulla straordinaria varietà di scelta che avrà da qui a pochi mesi per i mondiali, se sarà troppo "conservatore", puntando ancora sul nucleo storico, rischierà che in caso di fallimento gli rimproverino di non sfruttare i giovani (già è stato criticato dopo la sconfitta col Brasile in Cinfederation's), se invece darà spazio alle nuove leve (alcuni già campioni d'europa U21 e/o titolari in grossi club) rischierà di essere criticato per aver stravolto una squadra che fin lì aveva saputo solo vincere.... MOLTO dietro questi 3 colossi metto Carletto... anni fa c'era una lunga letteratura sul "cùlo di Sacchi", beh, se qualcuno ha detto che Carletto è stata la prosecuzione di Sacchi, e forse effettivamente si riferiva proprio a questo aspetto.... la sua più grossa intuizione, in 10 e passa anni, è stata quella di riconventire Pirlo, fin lì discreto rifinitore, a FENOMENALE regista basso... certo, non è stata roba da poco, perché la mossa ha fruttato al Milan 2 CL e all'Italia un mondiale, ma onestamente non saprei trovargli altri meriti. Certo è uno dei pochi che ha vinto 2 CL, ma ho sempre attribuito i trionfi del Milan più alla mentalità e allo spirito della società (che parte da ben prima di Ancelotti) che alla mano dell'allenatore, il quale poi si è confermato vincente anche altrove, ma non a livello europeo... su di lui pesa anche qualche flop abbastanza pesantuccio, tipo il 3-0 3-3 dal Liverpool, le 4 sberle di La Coruna, il biennio alla Juve, le due doppie sconfitte in CL contro l'Inter negli 8vi 2009/2010 e contro lo United nei 4ti l'anno dopo, lo smacco del primo anno al PSG, quando per un "capriccio" della società sostitui' Komboiré, primo in classifica con diversi punti sulla seconda, a Gennaio e finì per perdere lo scudetto contro il modesto Montpellier....
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