Alias rimpianti veri ed enormi.
Entrambi segnati da un destino avverso, anche se per ragioni diverse. Entrambi capaci di dimostrarsi fuoriclasse veri e sui palcoscenici veri, ma per poco tempo.

Robert aveva un modo di dribblare particolarissimo, perché era piuttosto grosso come mole eppure agilissimo, con quel movimento della gamba destra che lo rendeva quasi immarcabile. Da giovanissimo ha fatto il vuoto nel ruolo: già nel 1988 contro il Milan, quando è appena maggiorenne, sembra un veterano e guarda da pari a pari Rijkaard & C. Nel 1990 è il miglior giovane del mondiale e io ricordo un regista mobile esaltante, di grande visione di gioco, di forza pura, con una tecnica da slavo vero. Nel 1991 la Coppa dei Campioni porta la sua firma quanto quella di Dejo, o quasi.
Purtroppo gli infortuni lo mineranno nel fisico e nella testa fra Real, Oviedo e Barça: giocherà bene a sprazzi, ma non varrà la metà del giocatore ammirato per 3-4 anni a inizio carriera. Nonostante alcune giocate memorabili e un buon mondiale in Francia nel 1998.

Gazza altro talento divino bruciato però dall'alcool, come noto. Anche lui esaltante a Italia '90, mezzala che in Inghilterra non si è rivista (qualcosa di Scholes, ma Gazza forse era addirittura più bravo), agilissimo, tecnica vera, grande forza. Più stagioni da campione e qualche lampo anche a Roma, un gol indimenticabile contro la Scozia a euro 1996, ma anche un calvario lungo una vita. Gazza lo veneravo e si è davvero scavato la fossa da solo, un po' come Best, pur senza avvicinare la grandezza dell'irlandese.

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Il buon gusto è la morte dell'arte.

Forse Robert come apice per la Stella Rossa, Gazza un po' meglio anche sul lungo. Magari non sbaglio a dire che nel primo si è imposto un po' il classico animo balcanico, mentre l'inglese si è davvero gettato via di suo, mentre poteva benissimo essere forse anche sopra Gerrard, Scholes e Lampard.

Robert ha visto la carriera stroncata da gravissimi problemi fisici e non è mai riuscito a riprendersi del tutto, considera che quando lo prese il Real sembrava dover spaccare il mondo, era ritenuto in prospettiva il numero uno assoluto o quasi, certo nel ruolo.

Gazza ha più colpe in tal senso, e per me al meglio è stato forse anche più bravo dei citati.

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Il buon gusto è la morte dell'arte.

Non si può fare un paragone credo, perché le loro carriere non aiutano in questo. Comunque è un bel confronto.

Io dico che Prosinecki, se non si fosse rotto, sarebbe stato vicino a Zidane, un regista del tutto accostabile a Xavi, Pirlo & C.

Gascoigne sarebbe stato a sua volta vicino alla categoria, forse era di classe leggermente meno inarrivabile ma era un giocatore imprevedibile, forte fisicamente, completo e leader. Anche lui sarebbe comodo fra i 10 centrocampisti più forti dell'era moderna, è stato comunque un fuoriclasse per varie stagioni e un mondiale.

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Il buon gusto è la morte dell'arte.

Confronto equilibrato e difficile, direi Gascoigne comunque.

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"Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più." (Bill Shankly)